ANNO - MDCCXV. 129 1714, ottobre 18. Catturo — Il Provveditore Straordinario al Senato. Il commando del Seraschier Chinperli, incontratto con rassegnatane dalli Passa d’Ercegovina, e d’Albania, ha ridotto infine l’Essercito a 30 mille circa. Il corpo più vigoroso come scrissi, stava accampato su la Pianura di Gazco, et indi un distaccamento di sette milla s’allogiò su quella di Grahovo, poche ore dal Confine, e per conseguenza dalla Piazza di Castel Novo distante. Questa circondata da nuovi sudditi, guarnita di scarso Pressidio, e sproveduta di varie cose esentiali, stava esposta non solo alle conseguenze sempre mai pericolose d'un Essercito vicino, ma alle stesse insidie de Confinanti. Non può negarsi, che la mancanza de mezi in simili incontri non sia per produre perniciosissimi effetti, tuttavia prottestò il mio cuore alla volontà, la volontà al mio cuore di non dar luoco ad altra passione, che a quella d' un zelante sacrifficio per servire la diletissima Patria. Col progresso de giorni, ne quali levando l’ore alla quiete, e la quiete a me stesso per il debito di non interrotta vigilanza, s’introdusse divisa in tre Corpi l’Essercito stesso nel Montenero. L’uno era diretto da detto Seraschier, l’altro da Durmis Passà, serviva prima dell’ attuale nell’ Ercegovina ; et il terzo da quello dell’Albania. Gl’ errori corsi ne’ passati tentativi hanno instrutto l’avvenire nella scielta delle strade, pelle quali si sono concordemente introdotti, poiché chiuse le vie dello scampo, non rimanevano libere, che le moltiplici di Vostra Serenità, alcune però del Monte da non pratticarsi, che da Gente disperata. Custodite, e diffese l’altre, solite armarsi da Territoriali, con incarico di non permettere l’ingresso nel Stato a Montenegrini, loro Famiglie, e sostanze. Seguì il giorno, 16, corrente fra contendenti la Zuffa in vista di questa Piazza, e terminò con la peggio de Montenegrini, soprafatti dal maggior numero, privi di Capo, d’autorità, e di condotta, e ciò che più importa, fra essi con fatale consiglio divisi. Col favor della notte abbandonato il Posto ancorché vantaggioso, occupati più dall’aprensione, che dal danno rissentito, cercarono confusi salvezza ove si dichiarava loro più propensa la sorte. Li Turchi, compreso il disordine, sorpassato il rifflesso al Confine, si valsero delle strade, che non admet-tono riparo, e introdotti col pretesto d’inseguirli nel Stato in numero d’apportare gelosia a questa Piazza, mi trovai in debito li scorsi due giorni, e in particolare di notte tempo di dar all’arma anco qualche scarica di Moschetto tenerli lontani dalle Mura. Non andò però esente il Territorio di qualche Militare licenza. Nella Villa di Dobrota di questo Distretto rinvenero un Montenegrino, quale scoperto, scaricò la propria arma, e ferì un Turco nella gola, ma in pena dell’ardire le fu poco appresso levata la Testa. Sebastiano Vendramin. (Provveditore Estraordinario a Cattare, f. 13). 1715, gennaio 17. Catturo ~ Il Provveditore Straordinario al Senato. Già scrissi, che v’ è sparso nel Stato alcun numero de Montenegrini. Professano questi molta inclinazione al publico Nome, e si dimostrano pronti ad ogni comando della Carica di seguire le publiche Insegne. Sentono volentieri la novità della guerra, sono irritati quanto basta, e convien credere, che vinti dal riguardo di vendicarsi, possino servire con frutto all’ occasioni. A mio credere è invalsa in loro la masima d’esser stati dalla Serenità Vostra in quest’ ultima aggressione abbandonati, tuttavia nella scielta di gettarsi da un partito o dall’altro, non v’è ragion di temere, che non siano per seguire lo Stendardo Christiano. Vantano il sentimento, e con la scorta di questo m’hanno ricercato li Capi d’essere non solo loro stipendiati, ma gl’ altri del loro seguito ancora assistiti del modo di mantenersi. Sono per verità in tale ristrettezza, che convengono questuare l’allimento, o cercarlo da sudditi. Io li vò coltivando con parole, non essendo in tanta occasione in libertà la Ca-