ANNO - MDCXC. 71 K.r Gio. Antonio Bolizza, che con un corpo della sua Gente, s' avviasse vicino a Liescopoglie per assistere a quelli de monti d' Albania. Il Passà intanto incontrato con essi nell’ assoluta negativa di volersi riddure alla di lui obbedienza, meditò distruggerli prima di agredirvi Cettigne, e con tali intendimenti passò a devastarli le loro Campagne, et a tentare in Persona 1’ acquisto d’una Torre de Piperi, ma fattisili incontro questi, li Bielopaulichi, parte de Cuzzi, cento e cinquanta Niksichi, fatti da me venire a forza di affettuose persuasioni, e liberali blanditie, nonostante essersi rassignati al Passà d’Arzegovina, e li Montenegrini in numero pur essi di 150, lo, respinsero bravamente in treplicati assalti, inseguindolo fino al proprio alloggiamento; incoraggiti dalla vicina presenza del sud.t0 K.r Bolizza, di molto credito appresso di [oro, e dalla mia poca lontananza, inoltratomi sino a vista di Xabiacco, lasciati morti sul campo novanta otto de suoi, oltre quelli fatti trasportare com’è loro .costume, fra quali alcuni Turchi di molto conto; perdita di nove Bandiere, trecento, e più schioppi; molte spade, e sopra settanta feriti; il tutto rilevandosi dalli con-stituti, che passo sotto i riflessi Sapientiss.mi della Sta V.a senz’altro danno di Chistiani che di soli sei morti, et un ferito. Questo tocco sensibile, e il vedersi prevenuto nell' occupatione de siti, per quali doveva inoltrarsi a Cettigne, colla ferma certezza d’ esser state scoperte le macchine da lui apparate per discreditare quelli, de quali più dovevo valermi, come ho ricercato da lettere pervenutemi in mano; il sentire l’unione da me fatta de Bastimenti, accennata nell’ultimo dispaccio, che fecci credere fossero per riddursi sott’ Antivari ; arivare a fronte un corpo di Gente eh’ in apparenza per esser sfilata su la somità de monti, dimostrava poderosa, ma in sostanza era un niente a paragone di lui, composto di sopra seimila combattenti, li feci mutare risolutione, ripassando sabbato il Fiume e ritornando col cannone in Podgorizza, non prima di continuare l’incendio miserabile di quelle campagne, de quali era seminato, e giugne il raccolto. L’ attion,e non poteva seguire in tempo di maggior bisogno, ne vi esistevano minori apparenze per ingannare la forza. La cognitione della propria debolezza, e il dubbio, che nel di lui campo vi potess’ essere qualche insorgenza di coraggio, per la prattica havuta in Podgorizza, mi han con estremo dolore obligat’ à reprimere la volontà d’inseguirlo sin’ al Fiume, e haverei sperato qualche buon esito, presi già da un panico timore quelli, eh’ erano seco, ma dovendo discendere in Campagna con deboli era chiaro il disavantaggio, manifesto il pericolo. Non volsi perciò cimentare la riputatione, già sostenuta, dell’ Armi, nè la salute comune, sodisfatto il vederlo retrocedere con discapito e vergogna; di farlo daneggiare nelle Campagne; di restituire alla Publica divotione li due citati communi, che s’ erano dedicati al Turco solo per tema del suo potere, facendole vedere li costituti de Capi, comparsi alla mia presenza; conseguito nell’infimo tempo anco alla Parte di Grahovo il fine desiderato le mie dispositioni per il Passà di Herzegovina con la mossa di quel Generale verso Clobuch, restando a me il contento d’ haver preservato, mediante 1’ aiuto Divino, da cui ’1 tutto riconosco, lo Stato, e i Popoli di V,a S-tà dall’ inondatione di due Torrenti, che mossi da parte diversa, ma ambi in un’ istesso punto minacciavano deplorabile rovina. Vedono 1’ EE, VV. eh’ a tutto finalmente ho fatt’ argini con le sole apparenze e con li stratagemi militari, ma le su-plico ossequiosamente riflettere, che non sempre questi incontrano il fine desiderato, ne quelli hanno 1’ esito, che si crede. Non chiedo eh’ il bisogno, e lo spero, trattandosi del loro adorato servitio. Provveduto dall’ Ecc.mo Sig. Provveditore Generale, ha cui ho portato del seguito, in adempimento de miei doveri, un distinto raguaglio, di quattro Cassette di Palle di piombo et 1. mille di michia, mi resta solo da bramarsi militie, et armi per la Cavalleria. Le ricerco con tutto il rispetto, rappresentando chiaramente all’ alto sapere della S.ta V.a la necessità perchè vorrei vedermi in positura di buona diffesa ad ogni nuova aggressione di nemici, n’attendere forze, che loro mi provocassero agl’ avantaggi. Da Cettigne non mi levai prima di sentire ripassato verso Scuttari il Passà, e disceso la maggior parte del suo seguito, doppo di che intrapresi il ritorno, che successe qui il giorno d’ hieri. In tanto comparsi alla mia presenza li Capi, et altri de Pipari, e Bielopaulichi, in N. di 74, mi presentarono li segni delle teste degl’uccisi Turchi; otto bandiere, eh’espedisco