96 MONTENEGRO 4.° Che Mehemet Agà di Xabiaco, Ussein Agà, Alì Agà, il fratello di Voivoda Juan Ni-covich, et uno de principali de popoli Chimenti debbano portarsi dimattina a Cattaro per obstaggi, e ivi trattenersi sino a tanto che siano mantenute le presenti capitulationi dandoli la gran fede di farli dopo l’arrivo delle nostre persone tutte armi, bandiere, stendardi, bagaglio, munitioni da guerra e da bocca scortar sicuri, sani e salvi in che luoco del Paese turco, eh’essi voranno. 5.° Sesane per quante bisognano per tutta la nostra predetta roba sino a Cattaro da dove subito giunti saranno licentiate. 6.° Che non ostante gli ostaggi che doveranno andar a Cattaro debbano esser spediti due Comandanti di concetto turcheschi che marchino colle nostre genti, acciò per strada non naschi alcun disordine, confusione, o alteratione delle presenti capitulationi, mentre per la nostra gente s’impegnano li nostri Comandanti di farla star quieta. 7.° Che questa sera tutt’il campo turco si rettiri tanto Turchi come Christiani sopra Za-grabie, e ciò perchè non nasca confusione tra li nostri e gl’ altri. 8.c Che li nostri tre ostaggi col suo seguito un giorno dopo il nostro arrivo a Cattaro siano condotti sicuri, sani e salvi a Castel di Lastua dove saranno accolti da nostri, e le saranno resi 1’ ostaggi loro. 9.° Et il presente debba esser bollato col bollo dell’Eccellentissimo Signor Soliman Passà d’Albania e sottoscritto di proprio pugno coll’impegno della gran fede di tutte due le parti. 10.° Che siano dal Passà restituiti tutti li schiavi Christiani se pur ve ne fossero; ben meritandolo il sommo coraggio dimostrato dalle poche genti del Principe contro il numeroso campo inimico. 11.0 Che dal Passà sia perdonata ogni qualunque offesa, et ogni altro atto d’hostilità che fosse stato praticato nel corso della presente guerra da qualsivoglia montenegrino in questo Piano. Qui cade il bolo, e la sottoscrizione del Soliman Passà. «bid.). 1692, ottobre 1. Cattaro — Costituto di uh soldato sulla resa di Cettinje. Constituito d’ordine di S. E. Erizzo Provveditore Straordinario : Girolimo Padetti da Cortona soldato nella Compagnia del T.® Coll.0 Co: Bartolomio degli Oddi quale fu interrogato come sia qui capitato rispose : Dirò come è occorso il fatto, mentre fussimo al campo a Cettigne io ero alla Pandurizza, la qual attaccata la mattina di 27 cadente dal grosso de Nemici, che certo potevano essere sopra 300, fu questa possibilmente difesa da quelle poche militie, che la pressidiavano, con Moschettaria, Bombe gettate a mano, e Granate, e se bene molti de Nemici perirono in quell’assalto, ad ogni modo non avendo Noi altri tempo di caricar 1’Armi, nè più diffendersi dalla gran soperchiaria de Turchi, s’impadronirono di quel Posto, tagliando a pezzi quei pochi soldati che lo sostenevano ed io fui fatto captivo, e condotto poscia nel Campo del Passà Soliman. Stabilite poi le Capitulationi tra esso et il Pressidio del Monastero fu dall’ Ecc.mo Signor Provveditor Estraordinario opposta la conditione che il Passà licenziar dovesse tutti li schiavi Christiani, che fossero nel suo Campo, et impegnatosi con la fede di così effettuare, adempiti già tutti gl’ altri patti che contenevano le medesime Capitulationi, volse heri verso le 23 hore concedermi la libertà, e spedirmi verso questa parte accompagnato da un Morlaco del Montenegro, arrivato essendo qui già pochi momenti. Interrogato quali’ operatione habbi fatto la mina nel Monastero, Rispose : fece un operatione tale, che oltre la distrutjone nella maggior parte del Monastero, fece restar coperti dalle riune molti nemici, e particolarmente di quei principali, così che tra morti e struppiati correva concetto,