ANNO - MDCCXXUI. 147 Da ogni parte del Confine spira aura di quiete, ne vi sono circostanze sin hora, che pos-sino far dubitar novità, e pure continuano confuse voci di guerra. (Ibid., f. 14). Daniel Renier. 1722, Luglio 11. — I Conti del Montenegro al Provveditore Generale, Da Noi Conti Vecchiardi, e Giovani di Monte nero, che fossimo con la vita con l’Anima e col Sangue ad ogni servitio come veri e fedeli sudditi del Principe Serenissimo de Vostri Fratelli et a Voi baciamo le venerate Vesti. Hora Ecc.mo Signore quello già mai abbiamo aspettato, havèndo a Noi il Principe Serenissimo quando si soggettassimo al suo Sovrano Dominio in Venezia non solo con le parole, e con i privileggi, che habbiamo tra gl’ altri atti di munifficenza cì donò per il nostro fedele servitio, e sangue sparso, che non siamo soggetti ad alcun pagamento di Dacio o sia Farina nè di poco nè di molto delli pochi negocii, che facessimo nello Stato, E così ci viene espresso nelle Ducali dal Nostro Privileggio, et in quello di Pastrovich, di Perastini e Zup-pani li quali tutto l’anno negoziano con grandi mercanzie e sentimo con nostro sommo dolore, confusione, che nel nostro solo infelice e sassoso Monte nero tra tutti gl’altri cade la disgratia, perchè uno de nostri Fratelli Osdrinich tiene Casa nella città di Cattaro, et ivi abitava, ma assai prima di quello che l’è morto il Padre Rade Nichse da Osdrigna, il quale prima di quello morì si diede tutto al nostro rito con tutta la Casa hanno li suoi Figlioli appo le Porte della Citta in fiume, un Magazzeno in cui col nostro agiuto fa poco negozio di Candelle e Pelli la qual mercato a questo ano gl’ hano ricavato perchè non ci venga questa tempesta sopra di Noi, e le Ducali del Serenissimo Prencipe e considerate che stiano in attentione d’ogni suo comando e supplichiamo la grafia e risposta a questo humilissimo Foglio, e che ci consolate con una vera giustitia se bene ci havete lasciato for del Confine sapiamo che non l’havete fatto spontaneamente ma che ci conservate e riguardate come fedel e veri sudditi e noi tutti prostratti le bacciamo le venerate Veste. (Provveditore Generale in Dalmazia, f. 153). 1723, giugno 22 — Il Provveditore Generale al Senato. In un adunanza formata da Montenegrini stessi, fu prescielto in loro.Capo il Vescovo Danilo : Lo avrebbero però istituito all’ antica sua Ressidenza de Cettigne pretendendo inoltre che distribuisca alquante Medaglie, che professano ritenga de loro raggione, sin da quando ritornò da Moscovia, overo che sostituisca il Giovine Vescovo suo Nipote e non concorrendovi l’uno, e l’altro, hanno dissegnato di rivolgiersi al Patriarca di Pech, per essere provveduti d’ altro Vescovo, e direttore Spirituale. Rimane per anco occulta la di lui intentione ma sembra difficile, che si disponga ad abbandonare il suo presente domicilio in Maini, luoco di suo genio, e dove ha erette fabbriche dispendiose. Com’egli s’è sempre dimostrato ben affetto alle cose pubbliche, così è desiderabile che quelle Popolationi conservino verso d’esso il credito che già possede, et adheriscano alla di lui volontà, e consiglio come han fatto sin ad hora. Marc’ Antonio Diedo. (Ibid., f. 154). 1723, luglio 19. Njegussi. — Prete Vuco Stanissich a Girolamo Buccina. All’Illustrissimo e Degno Signor Cavalier e Sargente Maggiore di Battaglia Girolamo Buc-chia molto caro saluto. Ho inteso V. Signoria qual male è accaduto sopra Scagliore doppo che voi siete andato; ci attrovassimo allo Sboro a Cettigne, quando ci pervenne tal discaro avviso; tutto lo Sboro si