100 MONTENEGRO vincie ancora in qualche maggior copia, sarebbero ad ogni modo stati infruttuosi, sendo li nemici impatroniti di tutte le tenute, da che maggiormente rileva di quant’ essenza fosse il loro possesso e mantenimento. Giunto 1’ ìll.m0 Provveditor Estr.10 a Cattaro applicò l’animo al riparo de maggiori progressi, a’ quali la moltitudine delle forze, e 1’ occasione havesse potuto invitare Solimano. Dalla Compagnia del Kavalier Bolizza fece occupare il posto della Trinità, che cuopre Zuppa, e nelle più forti Case di quegl’abitanti fece alloggiare la Cavalleria, e per diffesa, e per sicurezza della lor fede. A Budua ha spedito il Colonnello Maroli con li soldati di due galeotte, tentando pure d’haver pronta la.riunione de distrittuali, benché n’incontrasse estrema difficultà. Materia alle nuove ap-plicationi porgeva la continuata dimora del Passà, e dell’ Esercito in Cettigne, senza penetrarsi ne suoi precisi disegni, se tendessero ad inoltrarsi nello Stato della Serenità Vostra, tutto che portasse la fama rivolti gli oggetti a domar anco Piperi e Bielopaulichi con altri Popoli de Monti dell’Albania distratti dalla sua obbedienza. A questi porgeva efficaci insinuationi, e speranze de premii il medesimo Sig. Provveditore et in susseguenti lettere di otto corrente spedite unite con l’anteriori mi significa, che si mantenessero in fede, e promettessero con l’armi alla mano risoluta resistenza. Ho però avisi dal sopraintendente Burovich, che trattenuto dalle pioggie, et escrescenza dell’ acque diversi giorni in Cettigne, senza potersi accinger ad alcuna operatione il Passà, ma più gagliardamente commosso dell’accidente della Mina, fatto demolir il Monasterio, fosse retrocesso verso Cernizza, per restituirsi alla propria Ressidenza, e lo devo tenere per fermo, vedendo che il Signor Provveditore Estr.i0 ha rimandato al suo posto nell’acque di Ragusa la Galeotta Sala-monich, che da me fu destinata a sua dispositione con 1’ accennato rinforzo di 150 soldati, come lo dimostrano le di lui lettere, che sono inserte ; tutto che trattenuta la galera, sbarcata per trattenere appresso di se una di quelle Compagnie, et altra per accrescer il presidio di Budua, divisasse spedirla in conserva delle Galeotte verso Dulcigno, per dar apparenza di sbarco, et obbligare qualche parte delle forze nemiche a staccarsi dal grosso, et accorrer a quelle parti. Sciolta che sii questa grand’ Unione, sarà pur viva la speranza di riponer il piede in Cettigne, soggetto all’ occupatione, et alla padronia di chi ha Dominio nella Campagna. Vero è, che, come sin al presente non è stato riguardato eh’ in sembianza d’un provisionale riparo eretto per la diffesa di quei popoli, che protestando divotione imploravano sicurezza, cosi ammaestrando l’esempio de scorsi infortunii a migliori cautele, convenirebbe ridurlo in più soda, e consistente fortifi- • catione, e presidiarlo in forma, che potessero anco disponersi genti pagate alla Guardia, e difesa de passi, per contrastare l’accesso a’ Nemici, già che l’esperienza tante volte funesta insegna, niente doversi compromettere, o nel cuore o nella mano de Morlacchi. Facile pure sarebbe rimettere la Pandurizza eh’è un circuito di pietre, congregate in Masiera con elevatione d’un poco di Terreno, non costrutta in alcuna parte, per sostener attualmente una gagliarda irrutione di grossi Esserciti, ma semplicemente per formar Frontiera, e per una custodia avanzata alle tenute, eh’ aprono l’ingresso al Nemico, et in realtà per mantenir il confine dilatato, perchè succedendo la pace, nel stabilimento de Confini non venghi da Turchi contrastato il possesso a titolo di non essersi mantenuti sutt’ il Calore di qualche diffesa li nuovi acquisti, com’ in tant’ altre occasioni di trattati è accaduto a pregiuditio delle pubbliche ragioni. Questo punto però maturamente discusso dalla sapienza sopragrande dell’ EE. VV. sarà accompagnato da suoi importanti riflessi de mezzi considerabili del dispendio, e molte militie, che si ricercherebbero, non restand’ à me, che d'inchinarmi alle loro savissime deliberationi. Nell’ avanzamento di Solimano in Montenegro, e Cettigne eh’ aveva seco le genti di Scutari e della Craina, luoci funestati dal contaggio, essendo stata irreparabile la mischia co’ popoli stessi di Montenegro, i riguardi importantissimi di salute hann’ obbligato a nuove precautioni. Non si sapeva, che nell’ Esercito Inimico fosse accaduto verun sinistro, e nello stato di Vostra Serenità pure continuava (lodato Dio) felicemente lontano ogni molesto, insorgente. Ad ogni modo dal Col-