Una bomba — Fondamenta S. Biagio, Giudec-ca — cadeva nel l’acqua senza danni. Una bomba — Ponte Lungo, Giudecca — cadeva nell’acqua senza danni. Una bomba — Ponte Piccolo, Giudecca — cadeva nell’acqua senza danni. Una bomba — S. Eufemia, Giudecca — cadeva nell’acqua senza danni. Una bomba — Stazione Marittima — danneggiava le rotaie e 4 carri ferroviari. Una bomba — Stazione Marittima — danneggiava la banchina e i magazzini. Una bomba — Stazione Marittima — cadeva sulla banchina di ponente rimanendo inesplosa. Una bomba — Punto Franco — cadeva sul tetto di un magazzino con danni rilevanti. Una bomba — Rio di Noale, Cannaregio — cadeva nell’acqua e danneggiava la fondamenta. Una bomba — Fondamenta Madonna dell’Or-to — cadeva nel giardino del Casino degli Spiriti. VENTIDUESIMA INCURSIONE AEREA NELLA NOTTE DEL 4 SETTEMBRE 1916. Quattro velivoli austro-tedeschi bombardano Venezia, gettando sulla città venticinque bombe che provocano parecchi incendi. — L'attacco aereo ha inizio alle ore 20.30. La luna era l’incubo di Venezia, durante la grande guerra, e le sue quattro fasi erano a tutti assai ben note (anche senza averle apprese a scuola) specialmente quando quel faccione pieno, sempre sorridente, pareva burlarsi degli sguardi poco benevoli che su di lui si posavano. L’ultimo plenilunio era terminato, portando seco incendi, rovine, vittime, e l’avvicinarsi delle notti lunari, mentre importanti operazioni belliche si svolgevano su tutti i fronti, preoccupava seriamente la cittadinanza veneziana già provata dalle devastazioni del nemico aereo sulla Regina dell’Adriatico. Un ronzìo improvviso, che sembra molto lontano, o proveniente da grande altezza, a tratti quasi indistinto, poi aumentando con crescendo sinistro, mette in allarme la vigile difesa. L’urlo straziante, lacerante della sirena, accompagnato da altri striduli, lamentosi, e i colpi di cannone, danno l’avviso che il nemico è sopra Venezia. Il rombare di nuovi motori è ben distinto, poi il rumore si calma, riprendendo, scomparendo, riprendendo ancora, più possente, più rumoroso, mentre la difesa antiaerea inizia il fuoco sui nemici invisibili e i riflettori delle navi scrutano lo spazio celeste, percorrendolo in tutti i sensi. Le prime bombe cadono sulla città, scoppiando fragorosamente; sono boati spaventosi, che di tanto in tanto si succedono, coprendo gli scoppi degli shrapnels e delle granate, mentre i cannoni s’infiammano incessantemente, le mitragliatrici veementi scrosciano piombo infuocato e le scariche di fucileria si succedono alle scariche. Qualche istante di tregua; poi la lotta riprende e la battaglia infuria; altre bombe cadono, molte attorno a S. Marco e nel bacino, scoppiando nell'acqua, sommergendo qualche gondola, sconvol- gendo il Bacino di S. Marco come la laguna infuriata. Un sibilo fende l’aria, ben percepito da coloro che sono rifugiati sotto le Procuratie : è una bomba che scende, scende sempre più, e quel fischiare ben noto fa stringere il cuore in uno spasimo d’ansietà, d’attesa. E l’ordigno infernale piomba a terra, mentre una grande fiammata si eleva al cielo seguita da una colonna di fumo. Tutti credono la Basilica di San Marco colpita e la notizia si sparge fulminea per la città; invece la bomba incendiaria s’infiaminava senza recar danni, sebbene fosse caduta a quattro metri di distanza dalla porta principale della Basilica. S. Marco ancora una volta proteggeva e salvava dalla distruzione il gioiello d'arte a Lui dedicato. Altre bombe cadono attorno a San Marco, scoppiando fragorosamente. Il cielo ha vividi lampi e bagliori rossastri prodotti dagli scoppi dei cannoni che s’infiammano, e-ruttando proiettili che solcano lo spazio aereo in tutti i sensi e dagli incendi che paurosamente divampano. La bufera di fuoco ha qualche istante di tregua, poi riprende più violenta; intanto il nemico cannoneggiato, mitragliato, avvolto da spire di fuoco e di piombo, prende la via del ritorno inseguito dal fuoco della difesa antiaerea, dopo aver gettato altre bombe in altri punti della città e alla ferrovia. Le bombe incendiarie colpirono le seguenti località : Una bomba — San Marco, Calle del Campanile — cadeva sopra una tettoia producendo un piccolo incendio. Una bomba — San Marco, Calle Barozzi — cadeva sul tetto di una casa producendo un piccolo incendio. Una bomba — San Marco, Campiello Barozzi — cadeva esplodendo e rompendo le vetrate dei fabbricati vicini. Una bomba — San Marco, Calle del Piovali — colpiva il tetto dei Benefici Vacanti, rimanendo inesplosa. — 86 —