I raggi dei riflettori s’incrociano, scrutano lo spazio aereo, i primi cannoneggiamenti lontani incominciano, e il rumore dei motori nemici si ode distintamente. Passano sopra la città, accolti dal fuoco infernale della difesa e molestati dai raggi dei potenti riflettori; i cannoni s’infiammano, le mitragliatrici e la fucileria, scroscianti fuoco e piombo, non danno tregua agli assalitori. Gli sparvieri ad uno ad uno sorvolano Venezia, passando oltre, gettando bombe dirette sul pon- te della ferrovia, le quali scoppiano fragorosamente in laguna. Altre bombe lanciano sul litorale e sull’hangar ■ li Campalto, incendiando un dirigibile. La battaglia è impegnata fra gli aerei e la difesa. Nelle vicinanze di Venezia, si odono distintamente il rombare incessante e i boati delle bombe che scoppiano. L’uragano man mano diminuisce di violenza, si calma; poi ritorna il silenzio più assoluto. VENTUNESIMA INCURSIONE AEREA NELLA NOTTE DEL 16 AGOSTO 1916. La distruzione della Cereria Lanza Venezia bombardata da sette velivoli austro-tedeschi che gettano sulla città 45 bombe fra esplosive ed incendiarie, uccidendo 3 ¡persone. — L'attacco ha inizio alle ore 23.22. Il Comando in Capo aveva emanato severe disposizioni, richiamando al dovere i cittadini veneziani, i quali dovevano, ai primi segnali d’allarme, rimanere nelle case o nei rifugi e non uscire nelle strade a curiosare, perchè in tal modo compromettevano la loro incolumità. Vi era poi la credenza nel popolo, che le venute degli aerei nemici coincidessero con segnali fatti da spie a mezzo di luci, con candele o lanterne durante le incursioni aeree. E guai al malcapitato che, per un motivo o per l’altro, fosse sospettato di far luce al nemico; bastava una finestra aperta e una debole luce filtrante dai tendaggi mal chiusi, e allora l’indizio di dolo cadeva sul locatario, il quale il giorno appresso veniva additato come spia. Qualche vecchia lite o qualche antipatia erano sufficienti per avere tutti alle calcagna : « Bài eh’el xe una spia, uno jcle quei che glie fa' ciaro, el xe pagà da l’Austria ». Molti di questi disgraziati dovettero rivolgersi alla questura per avere protezione, assicurando che per l'avvenire avrebbero cercato di curare la chiusura delle imposte mal connesse, aumentando i tendaggi. Invece le vere spie agivano nell’ombra, (anche — 84 —