TREDICESIMA INCURSIONE AEREA NELLA NOTTE DEL 22 MAGGIO 1916. Quattro velivoli austro-tedeschi volano su Venezia gettando 18 bombe, con obbiettivo: Batteria S. Felice - Sottomarina - Treporti - Ponte ferroviario San Donà di Piave. L’attacco ha inizio alle ore 1.50. Nella notte serena, tiepida, limpidissima, i cittadini veneziani sono immersi nel sonno più profondo e beato, quando sono destati dal richiamo di qualche ritardatario. « I ga tolto la luce, i xe qua ». Nello stesso istante le sirene e i colpi di can- none danno l’allarme e poco dopo il tiro antiaereo incomincia. Un lontano cannoneggiare è seguito da scoppi di bombe, che cadono a grande distanza, e il rombare dei motori s’avvicina sempre più. Gli aerei nemici lanciano bombe sul litorale, Batteria San Felice, Treporti, Cavazuccherina e San Donà di Piave, inseguiti dal fuoco della difesa antiaerea costiera. Qualche boato a grande distanza, il tuonare dei cannoni si fa sempre più lontano, poi tutto si calma. QATTORDICESIMA INCURSIONE AEREA NELLA NOTTE DELL’11 GIUGNO 1916. Sei velivoli nemici volano su Venezia gettando 24 bombe, con obbiettivo: Arsenale, Stazione ferroviaria di Mestre e San Donà di Piave, uccidendo due Itersone e ferendone altre cimine. L’attacco ha inizio alle ore 21.55. Le rare incursioni aeree su Venezia, con pochi danni nei primi mesi del 1916, avevano fatto sorgere la speranza che il nemico fosse stanco di tormentare i Veneziani; invece era soltanto una tregua. La bella serata invita a rimaner desti e qualcuno prende il fresco alla finestra, altri vanno a far la solita passeggiata serale e le donnette in calle fanno quattro «ciacole» con le vicine. La luce si spegne; è il primo segnale. « Anca sta volta i xe qua sul serio ». È il nemico che avanza verso Venezia e i posti di vedetta sono pronti a riceverlo. Il rombo dei motori si ode sempre più distintamente e le batterie di Lido iniziano il tiro antiaereo seguito da quello delle navi e dei posti di vedetta. Altri velivoli nemici sopraggiungono e il concerto infernale continua, mentre lo scrosciare della fucileria, lo scoppiettìo delle mitragliatrici e le vampe dei cannoni, punteggiano il sereno di vividi bagliori, che gettano luci sinistre sulle cupole, sui campanili e sulle case della città. L’uragano di ferro e di fuoco passa oltre ed insegue il nemico diretto verso la laguna e la stazione ferroviaria di Mestre, ove getta altre bombe. Il cannoneggiamento si allontana sempre più, poi cessa; un po’ di silenzio e la luce viene ridata alla città. Le località colpite da bombe sono le seguenti: Una bomba — a Castello, in Secco Marina — cadeva sul pavimento stradale esplodendo, danneggiando un fabbricato e frantumando le vetrate delle case circostanti, ferendo due persone. Una bomba — a Castello, in Corte Sabioncel- lo — esplodeva sul lastricato, uccidendo due donne e ferendo altre tre persone. Una bomba — a Castello, in Corte Due Pozzi — cadeva in un cortile senza produrre danni. QUINDICESIMA INCURSIONE AEREA NEL MATTINO DEL 23 GIUGNO 1916. Sei velivoli austro-tedeschi volano su Venezia gettando 19 bombe, con obbiettivo: Arsenale, Litorale Alberimi, uccidendo otto persone e ferendone venti. L’attacco ha inizio alle ore 3.05. L’alba era prossima a spuntare e la città immersa nel silenzio, nella tranquillità. I natanti non circolano, i vaporini sono all’approdo a Santa Chiara e alla Riva degli Schia-voni, l’acqua è come cristallo riflettente le immagini capovolte, che danno l’illusione di prendere radice dalla base in su e dalla base in giù. II più lieve alito di vento, la caduta nell’acqua della cosa più minuta, lo spostamento prodotto da qualche natante lontano in movimento, creano 72 —