GIOVANNI PRESIDENTE DELLA E LA FEDE DI VENEZIA « PARTENZA PER LA GUERRA » « La sera del 23 Maggio mi recai al Lido per una visita di congedo e verso le dieci tornai a Venezia. Non potrò mai dimenticare quella vigilia. Una mezza luna scintillava sulla laguna d’opale. Venezia, già piombata nella più completa oscurità, appariva nella lontananza, scialba e spettrale, come se una sùbita sventura l’avesse percossa e vuotata di ogni vita. Nessuna voce a bordo del piccolo piroscafo : tutti sembravano assorti nel pensiero della tragedia imminente. GIURI ATI « TRENTO-TRIESTE » PER L’INTERVENTISMO Giunto alla Riva degli Schiavoni, volli, prima di rincasare, rivedere Piazza S. Marco. Quanto mutata anch’essa! Ieri luminarie, fragore di fanfare, ondate di popolo entusiasta, canti ed acclamazioni. Oggi pochi gruppi di gente tranquilla, che ragionava con pacata serietà e quasi sottovoce, come se il nemico stesse lì presso, origliando. Squadre di operai lavoravano speditamente intorno al Palazzo Dogale e alla Basilica per apprestare schermi e puntelli e porre quelle fabbriche insigni e vetuste in grado di resistere alle nuove offese escogitate dalla ferocia degli uomini. Non avevo sonno ancora : mi addentrai in qualche calle remota.