piando, facendo sussultare la terra, tremare le case e le vetrate della città. L aereo nemico continua la sua corsa sopra la città, gettando qualche bomha, dirigendosi verso la ferrovia e la laguna, inseguito dal tiro delle artiglierie e dalla mitraglia. Qualche razzo solca lo spazio aereo; sono segnali che indicano ai difensori l’arrivo di altri nemici. Essi giungono ad uno ad uno o a gruppi di due, tenendosi a grande altezza, cannoneggiati, mitragliati. Il cielo si copre di densi strati di fumo, gli shrapnels e le granate scoppiano fragorosamente nello spazio solcato dalla scia dei riflettori, mentre la fucileria scroscia incessantemente e le mitragliatrici martellano senza tregua il nemico. Fragorosi, spaventosi boati si succedono; sono altre bombe che cadono sull’Arsenale con gran frastuono e poco danno e il coro infernale continua, mentre i nemici volano sulla città, gettando qualche bomba qua e là, investiti da raffiche di proiettili che minacciano la stabilità degli apparecchi, tanto che gli avversari, ormai stanchi, si dirigono parte verso la ferrovia e parte lungo il litorale, inseguiti dai tiri della difesa antiaerea. Altri velivoli nemici sopraggiungono; la battaglia fra cielo e terra continua furiosamente e i colpi si succedono ai colpi, gli scoppi agli scoppi e spaventosi boati coprono di tanto in tanto il rumore dei colpi della difesa: sono altre bombe che cadono e fragorosamente scoppiano. Le raffiche di fuoco e di piombo infuocato, accompagnano, avvolgono i nemici che lasciano Ve- nezia, diretti verso il ponte della ferrovia e la stazione ferroviaria di Mestre ove gettano bombe e-splosive ed incendiarie: altri si dirigono verso il litorale di Lido, Cavallino e Cavazuccherina lanciando altre bombe. ■*. Il lontano cannoneggiamento è sempre meno distinto, poi il silenzio si fa più assoluto. Ancora qualche istante, la luce viene ridata alla città, quella azzurra alle vie e le sirene danno il segnale di cessato pericolo. Nel frattempo i motoscafi portanti le Autorità e soccorsi, si recano nei luoghi colpiti; per fortuna in questa incursione, se il fracasso delle bombe fu spaventoso, i danni arrecati a Venezia furono invece assai lievi. Le bombe colpirono le seguenti località : Una bomba — in rio di S. Pietro di Castello — esplodeva nell’acqua e danneggiava parecchi fabbricati. Una bomba — in Campo S. Giovanni Novo — esplodeva sid tetto di una casa incendiando e danneggiando il piano sottostante. Una bomba — in Corte del Tagliapietra a Dorsoduro — cadeva in un cortile danneggiando le case circostanti. Una bomba — in Calle delle Rasse — esplodeva sopra il tetto di una casa di abitazione e demoliva due piani, danneggiando le case circostanti. Una bomba — in Calle delle Muneghe a Can-naregio — cadeva sopra il letto di una tettoia esplodendo e danneggiando le case circostanti. Altre bombe esplosive ed incendiarie caddero in Arsenale, nell’acqua del suo bacino. Piazza San Marco - Il rifugio sotto le Procuratie Vecchie — 71