con la perdita del suo figlio primogenito Pier Luigi, profondamente abbattuto, manifestò il fermo proposito di ritirarsi a vita privata; fu designato Pompeo Molmenti a unanime opinione quale successore, ma Egli ricusò l’onorifica offerta insistendo perchè Grimani rimanesse al suo posto. E Gritnani rimase. Intanto l’istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti il 2 Febbraio 1396 lo promuoveva al grado di Membro effettivo, e nel 1897, sempre in veste di Assessore, presiedeva il Comitato ordinatore della seconda Esposizione Internazionale, e alla grande impresa Egli diede poi sempre l’appoggio della sua alta autorità. Nel 1898 fece parte della Commissione nominata per lo studio del progetto di legge presentato dal Governo per la conservazione della Laguna di Venezia, e anche in questa occasione il Molmenti difende a viso aperto l’integrità della Laguna stessa. Nel 1909 il Molmenti è nominato Senatore, e in tale carica prosegue la sua opera di parlamentare, mentre continua infaticabile a pubblicare i suoi studi e i risultati delle sue indagini sapienti, che figli anima con il suo genio. Non vi è campo nella storia veneziana, dove Egli non spinga l’indagine della sua sapiente curiosità : dai gloriosi ricordi della Serenissima, ai carteggi casanoviani, dal Palazzo Ducale alla Cà d’O-ro, dagli studi gozziani a quelli sul contrabbando ai tempi della Repubblica. La guerra mondiale trova il Molmenti Presidente dell Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti. In Senato e nelle solenni adunanze dell’istituto, la voce di Pompeo Molmenti si leva ad esaltare la Patria, e gli eroi che per essa combattono, additando le provvidenze necessarie a proteggere Venezia e i suoi monumenti dall’ira nemica. Nel 1920, dopo aver pubblicato il suo interessante volume : «Curiosità storiche veneziane» Egli è chiamato al Governo quale primo Sottosegretario di Stato alle Belle Arti. Vi rimane pochi mesi, nei quali provvede alla sistemazione dei palazzi ceduti dalla Corona allo Stato, favorisce la riapertura delle Biennali Veneziane, effettuata dal Comm. Vittorio Pica nel 1920. Nel 1924 Egli dava alle stampe un libro di battaglia : «I nemici di Venezia» riassunto e conclu- sione di tutte le battaglie che Egli aveva combattuto per la difesa dell’arte e della storia della sua adorata Città, rivelando tutta la sua figura, tutto il suo animo, tutta la sua tempra battagliera. Esso contiene la raccolta completa degli scritti, dei discorsi editi e inediti, sperduti fra giornali e riviste o negli atti del Consiglio Comunale di Venezia, del Parlamento e del Senato. Domina in essi un solo pensiero, una sola passione : si respira la lotta ch’egli ha combattuto da solo per mezzo secolo per difendere l’integrità e la bellezza di Venezia. In questo libro, lo vediamo insorgere non appena un pericolo minaccia Venezia, lanciarsi nella mischia e sventare la minaccia ogni qual volta si affaccia la questione di sventramenti nella Città superba : quando il restauro dei suoi insigni monumenti ritardava o veniva a manometterne la originalità, quando i traghetti caratteristici corsero il pericolo di essere soppressi, quando la conservazione della Laguna veniva minacciata con ostruzioni che potevano deturparne la superba visione e deviarne in modo particolare le correnti, quando si trattò del restauro dei vecchi dipinti, e di bollare i profanatori dell’arte di Venezia, e quando bisognò rintuzzare i calunniatori della storia della Repubblica fabbricata ad uso e consumo della speculazione cinematografica. Nel 1925 cercò di appoggiare a Roma la pubblicazione della storia delle sofferenze sopportate da Venezia durante la grande guerra e la documentazione dell’opera svolta dalla nostra eroica Marina per la difesa. Ma poi si ammalò e non potè fare quello che la sua volontà e il suo grande amore per Venezia avrebbero fatto. Nel 1927 pubblicava in Francia un libro sintetico e brillante intitolato : «Venise et ses lagunes» e nello stesso tempo curava la ristampa della sua «Storia della vita privata», collaborando attivamente a riviste e giornali. Era Presidente del Museo Civico Correr, del Comitato per la Cappella del Rosario e della Società «Amici dei Monumenti». L’infaticabile studioso, il vivificatore ammirabile di Venezia, la vigile sentinella contro tutte le insidie e le minaccie alla venezianità, morì a Roma il 24 Gennaio 1928, lasciando un vuoto nel cuore dei veneziani e specialmente in tutti coloro che amano Venezia. 155 —