tria, come è promessa di gloria, come è fede incrollabile nelle vittorie. Ma dinanzi a questa bandiera, che esprime il vincolo indissolubile della nostra unità, noi riaffermiamo il patto nazionale sancito dai plebisciti; lo riaffermiamo col riunire gli animi nostri in un pensiero di riconoscenza e di amore verso il nostro Re, la cui figura grandeggia come quella del Suo magnanimo Avo, nella fulgida visione di un’Italia più grande, libera nel suo more, salda ed integra nei suoi naturali confini. Il Comandante Sirianni, ricevendo la bandiera che gli veniva consegnata dal Sindaco, disse le seguenti brevi frasi, improntate a sentimenti di forti virtù militari. vere da Venezia la Bandiera di Combattimento per la sua Brigata. Per il suo dovere la Marina non può avere segnacolo più insigne, più augurale. L'anima fiera, gagliarda di Venezia consacra la nostra fede; il suo eroismo incita e guida la nostra volontà. Giorno verrà che potremo a buon diritto riportare le parole della Veneta Assemblea che nelle ansie memorande del ’49 decretava all’ammirazione del mondo: « Le milizie di terra e di mare col loro valore, il popolo coi suoi sacrifici, hanno bene meritato della Patria ». Per la gloria di Venezia e d’Italia, Signor Sin-daco, la Marina giura il suo dovere, e dà segno della sacra promessa; a buon vaticinio i fatti degni; Parla l’on. Antonio Fradeletto « Signor Sindaco: siamo consapevoli dell’onore che Venezia ci fa e siamo anche consapevoli del sacro dovere che andiamo ad assumere, ricevendo questa bandiera. Questa bandiera che ci viene offerta, ci è doppiamente sacra, perchè in essa onoreremo il simbolo della Patria e le civiche virtù
  • orgi benedetto il vessillo d'Italia al Reggimento della Regia Marina che sta forte, come le sue dighe e muraglie a difesa del tuo invidiato patrimonio d'arte, di scienza, possanza, religione ». Ricordò che Venezia nel quinto secolo porse rifu gio ai profughi dell’Isonzo minacciati dai barbari, benemerenza che si ripetè nel IX secolo; ricordò l’estensione «lei suo dominio conseguita nel XV secoh), e quindi ricordò le glorie seguenti, mise in evidenza il valore della festa che si compiva con