ANTONIO FRADELETTO Era nato a Venezia il 6 di Marzo 1858. Ebbe non facile nè lieta la prima giovinezza, ma di precoce ingegno e con la ferrea volontà di alleviare al più presto i sacrifici dell’adorata genitrice, potè abbreviare il corso degli studi, cbe compì nel Liceo Marco Foscarini, detto allora di Santa Caterina, per passare studente in lettere all’Università di Padova, ove si laureava nel 1880. Otteneva poi la Cattedra alla Scuola Superiore di Commercio. Ben presto la sua fama di perfetto conferenziere, da Venezia andava per tutta l’Italia, perchè all’ingegno e alla pronta parola univa anche le doti esteriori e fisiche nella prestanza dell’alta e nobile figura. Ma sopratutto Egli sentiva altamente il suo compito di educatore, non solo nell’ambito della scuola, ma anche in quello della pubblica azione per l’utilità nazionale. E a tale scopo a Lui si deve il sorgere delle due istituzioni veneziane: « La lega degli insegnanti » e la « Palestra Marziale ». Quando nel 1894 il Sindaco Riccardo Selvatico, alla sua ardita e geniale idea di fondare a Venezia l’Esposizione Biennale Internazionale d’Arte in onore dei Sovrani d’Italia, ottenne l’entusiastica adesione della cittadinanza veneziana, Antonio Fradeletto, con la coadiuvazione del Prof. Giovanni Bordiga, Assessore della Pubblica Istruzione, divenne ben presto l’anima nella febbrile preparazione della nuovissima impresa, della (piale fu Segretario Generale per lunghi anni. Nel Giugno del 1920 veniva eletto Deputato del IH0 Collegio di Venezia, e nel Settembre del 1904, quando scoppiò il primo grande sciopero generale, Antonio Fradeletto insorse fieramente in nome della dignità nazionale. L’uomo politico fu anche scrittore e la sua attività di letterato è cospicua [ter abbondanza e per intrinseco pregio. Durante la guerra, Egli, sia con gli scritti, che rivelano tutta la passione di allora, sia con i discorsi. che con le conferenze, cercò ili trasfondere negli animi il sentimento del dovere, ammonendo, incitando alla resistenza e al sacrificio per il conseguimento delle nostre aspirazioni nazionali. Subito dopo la guerra, nel 1919, fu il primo Ministro delle Terre Liberate e presiedette la Commissione per i lavori al monumento Vittorio Emanuele ir, suggerendo che l’Altare della Patria accogliesse la salma gloriosa del Milite Ignoto. Nel 1921 fu nominato Senatore, e in Senato parlò più volte assai ascoltato; ma poi si raccolse negli studi prediletti, pubblicando altri suoi scritti e rimeditando antichi e nuovi problemi. Il profondo amor suo per Venezia lo rivela il volume: « Venezia antica e nuova », da Lui pubblicato nel 1921, e alla grandezza passata e futura della Patria, ebbe l’animo e il pensiero rivolti fino all’estremo giorno della sua vita. Generoso amico dei giovani, nella scuola e nel- 1 arte fu sempre. I suoi studenti impazientemente e invano lo attesero ad iniziare quello che doveva essere l’ultimo anno del suo insegnamento; invece alla scuola Ei non ritornò che morto, nel Marzo ilei 1930; la sua salma venerata sostò per una notte in quell’aula Magna che più volte aveva risuonato della sua voce e gli studenti la vegliarono fino al momento dei solenni funerali che Venezia tributò, nella Chiesa dei Erari, al suo amato Figlio. — 156