L’ululato della sirena erompe per l’aria, mentre il cannoneggiamento verso il mare è incessante e i rombi si susseguono; sono le nostre torpediniere e i Caccia in esplorazione, che sparano contro gli aerei nemici, appoggiati dal tiro della nostra costa. L’efficacia del tiro antiaereo costringe parte degli apparecchi nemici a riprendere la via del mare; soltanto quattro arrivano a volare sopra il nostro litorale e a gettare alcune bombe che scoppiano per la maggior parte in mare. I nemici, inseguiti da nostri idrovolanti e dal Per l’efficace tiro antiaereo e per il pronto sollevarsi di nostri velivoli da caccia, gli apparecchi nemici volgono verso il mare e così pure altri aerei sopraggiunti. Un velivolo nemico, il «K. 434» è costretto ad ammarare in prossimità del Lido, e il pronto intervento di una nostra silurante impedisce ai nemici di distruggere l’apparecchio. Gli aviatori, un Ufficiale e due Sottufficiali, vengono fatti prigionieri e l’idrovolante è catturato intatto e condotto a rimorchio a Sant’Andrea. L’idrovoi,ante austriaco K. 434 catturato fuoco della difesa, se ne vanno senza aver causato alcun danno. Dopo quasi tre ore le sirene annunciano nuovamente l’avvicinarsi di aerei nemici, forse gli stessi apparecchi di prima; ma ne giungono soltanto cinque, che gettano sul Litorale di Lido bombe di grande potenza, le quali nella maggior parte cadono in mare e sulla spiaggia, esplodendo senza recare alcun danno grave. A San Nicolò di Lido una bomba cadeva al-l’angolo del muro di cinta del vecchio Cimitero e nell’esplosione ne abbatteva un tratto, scavando una grande buca; altre due bombe cadevano in prossimità del nuovo Cimitero e nell’esplosione scavavano due granili buche, proiettando le schegge nel soffitto dell’atrio d’accesso. Altre bombe caddero sulla spiaggia e in mare, scoppiando, ma senza causar danni. QUARANTESIMA INCURSIONE AEREA NELLA NOTTE DEL 18 SETTEMBRE 1918. Velivoli austro-tedeschi tentano di bombardare Venezia. — Vi furono 2 morti e 4 feriti non gravi. Idrovolanti nemici gettano alcune bombe sugli impianti d’aviazione nell’isola di Sant’Andrea, con gran fracasso e poco danno, ma sono subito respinti ed inseguiti da nostri velivoli da caccia fino in alto mare. Altri idrovolanti nemici sopraggiunti vengono pure inseguiti e respinti verso l’altra sponda. Mentre le sirene segnalano il cessato pericolo, alcuni nostri velivoli da caccia fanno buona guardia nel cielo di Venezia per il rimanente della nottata, onde sventare qualsiasi sorpresa di nuovi attacchi.