Un grande velivolo nemico da bombardamento è in vista, mentre l’alba illumina con debole luce dorata la città. Esso viene dal mare e prende la direzione del gazometro e delle Fondamente Nuove, fra gli scoppi delle granate e degli shrapnels. Uno scoppio fragoroso sovrasta il rumore prodotto dai tiri antiaerei : è la [»rima bomba che cade verso Castello; il velivolo si abbassa sempre più lanciando un’altra bomba che piomba sull’Ospedale Civile, esplodendo con grande fracasso fra la testa di muro e le travature che sorreggono il tetto della Sala S. Marco. Il delitto si compie, ma questo non è sufficiente al nemico, il (piale continua la sua corsa. I cannoni s’infiammano eruttando granate e shrapnels che scoppiano attorno all’aereo, le mitragliatrici martellano e le scariche di fucileria si succedono alle scariche, avvolgendolo in spire di fuoco, di piombo, di fumo. Un soffio scende più violento seguito da un boato spaventoso che fa sussultare la terra, scuotere le case e i vetri della città; è una testa di siluro che piomba sopra un grande fabbricato in Campo dei Mori, prendendolo in pieno, perforandolo completamente, scoppiando al pianterreno, facendolo saltare in aria. Un altro delitto seguiva il primo; ma la giustizia Divina segnava la fine ingloriosa dell’aereo bombardatore Le mitragliatrici del Casino degli Spiriti colpiscono il velivolo, il (piale perde quota; uno shrapnel va a scoppiare fra il motore e la base dell’ala destra, e lo ferisce a morte. Il motore s’arresta come colpito al cuore, il vampiro, costretto a scendere, si getta in laguna, cercando la salvezza nell’acqua. L'infida barena è sotto di esso e i nemici credono vi sia profondità d’acqua, mentre è alta dal fango appena sessanta centimetri. Intanto che il velivolo precipita a capo fitto, i due aviatori si gettano dalla carlinga e vanno a piantarsi in secca, uno con le gambe, l’altro con la testa, seguiti dall’apparecchio che cade vicino a loro e vi si conficca, rimanendo con la coda in aria, precisamente nella località fra il Casino degli Spiriti e il termine delle Fondamente Nuove, ove la città è divisa dalla laguna da una canaletta, che serve per il transito di natanti e vaporini. Il dito di Dio segnava la fine dell’idrovolante austriaco «K. 228», istrumento di guerra che fece spargere tanto sangue innocente, e dei due bombar-datori che trovarono la morte istantanea, imprigionati nel fango; uno con la rottura della colonna vertebrale, l’altro con le gambe spezzate. Intanto nuovi aerei sopraggiungono e la lotta fra cielo e terra prosegue accanita più che mai; i boati si succedono ai boati, gli scoppi agli scoppi, I aria è pregna dell’odore della battaglia e grandi fiammate unite a dense colonne di fumo nerastro, salgono al cielo vertiginosamente espandendosi per 1 aria, abbassandosi poi lentamente sulla città, formando un denso strato come l’addensarsi di un temporale, lambendo i campanili e i tetti dei più alti edifici. I nemici alati, sazi forse del loro sfogo su Venezia, dopo aver sorvolato sulla città, prendono la via del ritorno, inseguiti dal fuoco infernale della difesa e da nostri idrovolanti che s’innalzano per dar loro la caccia. La bufera man mano perde di violenza, le cannonate si fanno sempre più racle, più lontane, poi il silenzio sovrasta. Quel silenzio sepolcrale, che segue la morte di tanti poveri innocenti, è turbato dalle urla lamentose delle sirene che segnalano il cessato pericolo. D’ordine del Comando in Capo, prendo subito imbarco sul motoscafo «Leone» che mi deve Sala San Makco Dell’Ospitale Civile - La terrificante visione — 94 —