LA FEDE DI VENEZIA
(V. Adesioni - lettera di S. E. Volpi)
    Noi Veneziani abbiamo sempre creduto nella Vittoria, fiduciosi nell’opera svolta dal nostro E-sercito e dalla nostra Marina da guerra.
     E quest’atto di fede lo abbiamo dimostrato nella seconda metà del 1917, sfidando il nemico vicino, ponendo le basi di azione per la nuova Venezia in terraferma.
     Da «|nel periodo i lavori per il nuovo Porto a Marghera continuarono ininterrottamente, anche
quando il nemico batteva alle porte di Venezia con
il	fermo proposito di impadronirsene.
    Marghera di oggi sarà l’espansione commerciale <li Venezia in un prossimo domani.
    E quest’atto di fede va a merito di un nostro degno cittadino veneziano, che seppe ideare e realizzare la nuova Venezia in terraferma qua-l"è oggi : di S. E. il Conte Giuseppe Volpi di Misurata.
    La nostra fede non è venuta mai meno, neppure nei difficili tempi che seguirono la fine vittoriosa della nostra guerra.
     Il	24 Marzo 1919, con l’arrivo della flotta austro-ungarica a Venezia come prigioniera di guerra,
l	Italia vendicava la sconfitta di Lissa. Mentre le navi entravano nel Bacino di S. Marco, un raggio di sole squarciava le nuvole, illuminando di vivida luce il quadro sorprendente, maestoso, come una promessa e un auspicio per le sorti future della Patria nostra.
    Così il 27 Luglio 1919, Venezia tributava la sua riconoscenza a S. A. R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta e agli eroici soldati della III.a Armata, con una cerimonia celebrata in Piazza S. Marco, nella quale il grande ed eroico Condottiero ringraziava con un eloquente discorso.
     Sono di ieri le sue ardenti parole :
Popolo Veneziano! Ho lasciato testé la Terza Ar-
mata uL'Adriatica» col cuore commosso per il doloroso distacco; ma il sublime ideale della nuova grandezza d'Italia, che mi ha sorretto nelle prove più ardue sarà per me il dolce balsamo di quest'ora tristissima che chiude la mia vita di guerra.
    Io sono certo, o Veneziani, che in questo sacro ideale, voi mi sarete compagni fedeli, come lo foste ieri nella suprema lotta comune, come lo siete oggi nel vostro dono augurale, come lo sarete domani nell'amore di cittadini devoti.......
    Al popolo veneziano il grande Condottiero si rivolgeva fiducioso ed esprimeva il suo dolore per le lotte interne e l’intensa propaganda esercitata dai sovversivi, auspicando alla completa Vittoria della Patria nostra, conquistata col sangue di tanti eroi.
     E la profezia si avverò. Giunse il vivido raggio di sole, giunse l’Uomo del destino che salvò l’Italia dalht sfacelo, ridonandole pace e ordine.
QUEL RAGGIO DI SOLE ERA LA NOSTRA FEDE, ERA LA NOSTRA SPERANZA.
L’UOMO DEL DESTINO — BENITO MUSSOLINI, IL DUCE
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