I PAESI DANUBIANI E BALCANICI condizioni deH’industria sono rudimentali: la più sviluppata è la casearia. Vi sono poi dei mulini e dei frantoi, e fabbriche di sigarette, sapone, alcool e mattonelle, basate sulla materia prima locale. Nonostante la sua favorevolissima situazione geografica, l’Albania, in assenza di ferrovie e di strade, si trova nell’impossibilità di facilitare le comunicazioni fra la costa orientale dell’Adriatico e l’interno della penisola balcanica. Il regime turco, a suo tempo, si astenne dal costruire porti, ferrovie e carrozzabili, e quelle che gli albanesi solevano chiamare strade erano mulattiere o piste che facilmente diventavano impraticabili. Le cose hanno incominciato a mutare appena durante la guerra mondiale, avendo i nostri soldati costruito nel sud circa mille chilometri di strade, e quasi altrettanto gli austriaci, nel nord; gli austriaci costruirono inoltre una ferrovia a scartamento ridotto fra Durazzo e Scutari, con diramazioni per Tirana, Elbassan e Fieri, e le nostre truppe una tra Valona e Selenizza che, riparata, ora funziona per conto della società italiana che esercisce le miniere di asfalto : sulle altre cresce l’erba. Praticamente, dunque, ferrovie non ce ne sono e si è anche abbandonato il progetto di una linea sperimentale, lunga 37 km., fra il porto di Durazzo (rifatto dagl’italiani con grandiosi criterii, in modo da permettere alle grosse navi fino a 7 metri di pescaggio di attraccare alle banchine) e la capitale Tirana; su 50