QUESTIONE D'ORIENTE E GUERRA MONDIALE un Congresso slavo che lanciò il motto dell’unione di tutti i popoli slavi, e l’Austria-Ungheria di Francesco Giuseppe — così come l’Austria-Unghe-ria di Maria Teresa aveva cercato compensi in Oriente dopo la perdita della Slesia — s’era data a coltivare l’idea di rifarsi nella penisola balcanica dei territori e del prestigio perduti in Europa con le disgraziate campagne del ’59 e del ’66. Bismarck in questo l’incoraggiava. Una rivolta nella Bosnia, scoppiata ai 29 di luglio del 1875, aveva restituito attualità al problema dei cristiani di Turchia, mettendo in agitazione non solo il Governo di Pietroburgo, ma anche i Governi di Vienna e di Berlino. A Londra, Disraeli, simpatizzando per la Turchia, e non potendo prendere apertamente le difese di un regime che a furia di massacri s’era inimicato il mondo civile, cercò di guadagnare tempo e d’indurre il Governo ottomano a compiere delle riforme e ad intavolare trattative diplomatiche. Sempre disposta a promettere ed a firmare, la Turchia non era però mai disposta ad eseguire. La Russia era viceversa risoluta a profittare d’una buona occasione, e così, ai 24 di aprile del 1877, poiché la Turchia assumeva un contegno provocatorio sentendosi spalleggiata dalla Gran Bretagna, Alessandro II le dichiarava la guerra, affermando, in un manifesto al popolo, di essere spinto non da ambizioni personali, ma dall’obbligo di far sua la causa dei cri- 23