QUESTIONE D’ORIENTE E GUERRA MONDIALE vegliato i lavori per la Costituzione, amministrando il paese per due anni con pieni poteri e mantenendovi 50.000 soldati dello Zar. Quanto alla Bosnia-Erzegovina, nel Trattato era detto che le riforme necessarie nell’interesse delle popolazioni cristiane sarebbero state attuate sotto il controllo della Russia e dell’Austria-Ungheria. Ugualmente la Russia si assicurava un’influenza a Creta ed in Armenia, otteneva che i preti russi in Turchia e i monaci del Monte Athos fossero posti sotto la protezione dello Zar, e reclamando dalla Turchia il pagamento di un’indennità di guerra di un miliardo e quattrocento milioni di rubli, dichiarava che gliene avrebbe condonati un miliardo e cento milioni, se la Turchia le avesse ceduto le piazzeforti di Batum, Ardahan, Kars, Alaschkert e Ba-yazid, in Asia, ed una parte della Dobrugia in Europa. Per ultimo i Dardanelli ed il Bosforo avrebbero dovuto rimanere sempre aperti alle navi mercantili. Poiché il Trattato di Santo Stefano significava la fine della Turchia, Disraeli rinforzò la flotta britannica, che già da mesi era entrata nei Dardanelli, ancorandosi davanti all’isola dei Principi, e si mise recisamente a sostenere come gli accordi di Santo Stefano non fossero conciliabili con gl’interessi della Gran Bretagna. Lo Zar vincitore, raffreddatasi di colpo l’amicizia dell’Austria-Ungheria, che non poteva rimanere insensibile all’enorme aumento 25