AUSTRIA oltremodo intensiva. Nelle regioni alpine (parti del Salisburghese, Tirolo, Vorarlberg) la popolazione è soprattutto dedita all’allevamento del bestiame. Nel 1935 la produzione è stata di 4.221.096 q.li di grano, 1.276.254 di granturco, 21.580.164 di patate, 7.383.156 di barbabietole da zucchero, 6.201.675 di segale, 2.703.156 di orzo, 3.908.264 di avena, ecc. L’impulso dato alla produzione agricola ha già permesso di emanciparsi dalle forniture straniere di segale e di portare la produzione delle barbabietole da zucchero al punto che nel 1935 gli zuccherifici hanno potuto incominciare ad esportare (alla fine della guerra la produzione indigena non copriva nemmeno il 10 % del consumo), e grandi sono i progressi realizzati nell’allevamento del bestiame e nella produzione dei latticini, la cui esportazione è in aumento; circa la metà del grano deve però ancora essere importata, così come è necessario importare forti quantitativi di animali da macello, grassi, uova, riso, legumi, frutta, ecc. Il legname, invece, in tempi normali è considerato la spina dorsale del commercio internazionale dell’Austria: nel 1933, ad esempio, se ne sono esportate 980.000 tonn., contro 45.000 di legno greggio, lavorato e da ardere, importate. La ricchezza di legname favorisce la produzione della cellulosa e della carta, altro redditizio ramo di esportazione; nell’industria cartiera sono interessate, come anche in quella del legname, grandi 75