I PAESI DANUBIANI E BALCANICI
arbitrale presa dalle Grandi Potenze all’indomani delle guerre balcaniche, stavano per essere tracciati nel 1914; ma la guerra mondiale interruppe i lavori di delimitazione, che poterono essere condotti a termine soltanto dopo il ritorno della pace, da una commissione nominata dalla Conferenza degli Ambasciatori, presieduta in un primo tempo dal generale Tellini e, dopo l’assassinio del Tellini da parte di banditi greci (vedi Grecia), dal generale Gazzera. Per ultimo, a Firenze, furono firmati ai 27 di gennaio del 1925 il protocollo che fìssa la frontiera fra Albania e Grecia e ai 26 di luglio dell’anno successivo quello riguardante la frontiera fra Albania e Jugoslavia.
   Secondo le statistiche del 1935, gli abitanti ammontano a 1.003.970, con una densità di 36,5 per km.2; la popolazione è però distribuita in modo molto irregolare, giacche le zone paludose sono rese inabitabili dalla malaria e l’alta montagna è quasi deserta. Forte densità nelle provincie di Tirana (67 per km.2), di Durazzo (48) e di Corizza (44). Nella penisola balcanica, altri albanesi vivono soprattutto in Jugoslavia ed in Grecia: le statistiche jugoslave ne registrano 482.000, le greche poco meno di 19.000, ma c’è chi afferma che gli albanesi di Jugoslavia siano 600.000 e quelli viventi nella Macedonia greca più di 90.000. Nel Seicento e nel Settecento, in fuga davanti alle orde turche, molti albanesi di religione cristiana cercarono un
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