TURCHIA mulino di zolfo di Keciborlu e la distilleria d’olio di rose di Isparta; per il ’37 s’attendeva l’inaugurazione d’una nuova filanda, d’un lanificio, duna fabbrica di seta artificiale e di altri stabilimenti. I piani per la ferriera e acciaieria di Karabuk sono approvati ; meritano un cenno le fabbriche di armi, di munizioni e di maschere contro i gas, di Angora, le nuove officine elettriche di Angora e di Adana, il nuovo impianto delle miniere di rame di Ergani. Quando il piano quinquennale con le sue aggiunte sia diventato realtà, la Turchia spera di poter ridurre della metà almeno l’importazione di numerosi prodotti industriali indispensabili. Nella nostra epoca caratterizzata dall’autarchia, il caso di un paese che per seguire tale tendenza abbandona rapidamente uno stadio economico addirittura primitivo, industrializzandosi con grande sforzo finanziario e altresì corredandosi degl’istituti scientifici necessari per lo sviluppo industriale come per l’agricolo, è dei più tipici e dei più interessanti. Di pari passo con lo sfruttamento delle risorse del suolo e con la formazione dell’attrezzatura industriale, avviene l’organizzazione della rete dei trasporti, sia stradale che ferroviaria. La rete ferroviaria aveva raggiunto alla fine del 1934 un’estensione di 6.177 km., contro 4.086 alla fine del 1924; il programma prevede la costruzione di altri 2.000 km. soprattutto nelle provincie orientali, nelle qua- 26S