/ PAESI DANUBIANI E BALCANICI 32 milioni di dinari, quantitativo inferiore al 2 per cento del totale delle sue esportazioni. Non è quindi da stupirsi che la Jugoslavia abbia salutato la fine delle sanzioni con un sospiro di sollievo, ed è poi da ritenere che al signor Sto-jadinovic ed ai suoi collaboratori tecnici non potesse essere sfuggito che Austria ed Ungheria, sottoscrivendo i Protocolli di Roma, s’erano assicurata una situazione di privilegio, della quale in ultima analisi avevano sofferto gli scambi fra il suo paese ed il nostro. Nell’accordo firmato a Belgrado ai 25 di marzo del 1937, Italia e Jugoslavia, desiderose di dare una nuova base alla loro amicizia e d’inaugurare una nuova epoca di relazioni politiche ed economiche, s’impegnano al rispetto delle frontiere comuni e di quelle nell’Adriatico; nel caso in cui una delle parti contraenti sia oggetto di aggressione non provocata, l’altra s’impegna ad astenersi da ogni favoreggiamento dell’aggressore o degli aggressori. Italia e Jugoslavia s’impegnano, inoltre, a concertarsi in merito alle misure atte a tutelare i loro interessi quando questi appaiano minacciati e riaffermano la volontà di regolare divergenze e conflitti con pacifici mezzi, senza ricorrere alla guerra. Sui rispettivi territori i due Stati non tollereranno azioni minacciose per l’integrità rispettiva e nocive per i loro buoni rapporti. L’accordo, della durata di cinque anni, non è considerato in 216