ALBANIA l’ex ufficiale turco Essad Pascià, entrato a Durazzo alla testa dei ribelli, vi formava un Governo provvisorio. Invasa dagli austro-ungheresi, dai francesi, dagl’italiani, dai serbi, dai bulgari e dai greci, durante la guerra mondiale l’Albania fu campo di battaglie e territorio d’occupazione; ma il suo avvenire continuava a destare ansie, e ai 3 di giugno del 1917, ricorrendo la festa dello Statuto, il generale Ferrerò, comandante del Corpo italiano di occupazione, riaffermò ad Argirocastro la volontà dell’Italia di riconoscere e di porre sotto il suo protettorato l’indipendenza albanese. Nell’ottobre del 1918, le truppe italiane occupavano anche l’Albania centrale e settentrionale, mentre quelle degl’imperi centrali erano costrette a sgombrare il paese; però l’opera di riorganizzazione iniziata dall’Italia fu in seguito interrotta da rivolte e da intrighi, ai quali il Governo di Roma pose termine ai 20 di agosto del 1920, firmando col Governo costituitosi a Tirana sotto la presidenza di Turhan pascià un accordo che autorizzava l’Italia a conservare l’isola di Saseno, a garanzia che Valona e gli altri territorii da noi sgombrati non sarebbero stati occupati da nessuna altra Potenza. Intanto a Lushnja, per iniziativa di un gruppo di patrioti fra i quali si fece notare Ahmed Zogu, il futuro Re, dal 2 gennaio al 9 febbraio del ’20 s’era riunita un’Assemblea Nazionale, importante, più che per 57