BULGARIA i morti e i feriti ammontarono a 180. A partire dall’anno successivo, gli attentati nella Macedonia serba determinano una tensione con la Jugoslavia, che sbarra la frontiera per 16 mesi. Nel marzo del ’29 a Pirot, una conferenza risolve delle questioni di confine, ma nuove difficoltà impediscono di applicare gli accordi ed il problema macedone rimane nel punto centrale. Sotto il gabinetto Mu-scianoff, nel 1933, la convinzione della necessità d’un riavvicinamento alla Jugoslavia induce Re Boris, di ritorno da Londra e da Parigi, a incontrarsi a Belgrado con Re Alessandro (18 di settembre) ed a questo incontro presto ne seguono altri a Varna ed ancora a Belgrado. Le cose sembrano avviate per il meglio, allorché ai 19 di maggio del 1934 1’ ex colonnello Gheorghieff, 1’ ex colonnello Velceff, l’ex ministro delle Finanze Pietro Todo-roff (noto repubblicano) e dei macedoni federalisti ostili al gruppo Mihailoff fanno, assieme al citato gruppo Zveno e ad alcuni ufficiali della guarnigione di Sofia, un colpo di Stato che ha l’evidente scopo di sterminare i mihailoffisti, di scuotere le basi della Monarchia e di imporre il riavvicinamento alla Jugoslavia in condizioni che non escludono il sacrificio dell’indipendenza bulgara; gli autori del colpo di Stato caldeggiano un programma che all’affratellamento dei bulgari fcon i serbi vorrebbe far seguire l’inclusione della 125