1 PAESI DANUBIANI E BALCANICI e manifestazioni politiche, rinunziò a favore del fratello minore Alessandro ai diritti di successione al trono ed oggi vive nell’interno del paese, a quanto si afferma sorvegliato. Sotto Re Pietro I la piccola Serbia abbandonò definitivamente la politica austrofila fatta sino allora, ad intervalli, e dagli Obrenovic e dai Karageorgevic, e sebbene Francesco Giuseppe fosse stato il primo Sovrano europeo a congratularsi con Re Pietro per il ritorno sul trono, si orientò verso la Russia. Dopo che l’Italia, con la campagna di Libia del 1911, ebbe scosso l’edificio del-l’Impero ottomano, le guerre balcaniche del 1912-1913 permisero alla Serbia d’accrescersi di 1.290.000 anime. Il paese non s’era ancora rimesso dallo sforzo impostogli dalle due guerre balcaniche, allorché il conflitto mondiale gliene impose uno infinitamente superiore, ma del quale venne poi largamente compensato, con territori immensi. Allo scoppio della guerra seguì quasi subito l’invasione, una prima volta da parte delle truppe austro-ungariche ed una seconda da parte degli austro-ungarici, dei tedeschi e dei bulgari, e l’esercito serbo, ridotto a 150.000 combattenti, dovè ritirarsi con difficoltà infinite e grande spirito di sacrificio attraverso l’Albania, per essere quindi trasportato dalla flotta italiana, coadiuvata dalla francese, a Corfù, dove si stabilì anche il Governo; terminata la riorganizzazione, nell’ultima fase del- 208