I PAESI DANUBIANI E BALCANICI il desiderio di isolare e quindi costringere a capitolare la Bulgaria, che allora si trovava in una situazione delicatissima a motivo della presenza sul territorio di masse di emigrati macedoni; in quel patto è detto, all’articolo secondo, che in un conflitto internazionale va considerato aggressore il paese il quale abbia compiuto per primo uno dei seguenti atti: i.) dichiarazione di guerra contro un altro Stato; 2.) invasione con forze armate, anche senza dichiarazione di guerra, del territorio di un altro Stato; 3) un attacco mediante forze terrestri, navali o aeree, anche senza dichiarazione di guerra, contro il territorio, le navi e le forze aeree di un altro Stato; 4.) blocco navale delle coste e dei porti di un altro Stato; 5.) favoreggiamento di bande armate costituite sul territorio d’uno Stato e invasione del territorio d’un altro Stato, oppure rifiuto, malgrado la richiesta dello Stato invaso, di prendere sul proprio territorio tutte le misure possibili per privare le dette bande di qualsiasi aiuto o protezione. Entro l’anno, a poca distanza dal Patto orientale, si era avuta, ai 14 di settembre, ad Ankara, la firma di un Patto greco-turco di non aggressione e di garanzia reciproca delle frontiere, che confermava ad ampliava quello del ’30: palese è in esso la volontà di conferire alla spartizione della Tracia carattere definitivo e di paralizzare a tempo sforzi tendenti a riconciliare la Bulgaria con la 344