ALBANIA trascurati; la produzione del vino è irrilevante, poche essendo le vigne; si coltivano pure lino e cotone, ma il cotone in ispecie troppo scarsamente. Sul patrimonio zootecnico si avevano, alla fine del 1935, le seguenti cifre: 67.154 cavalli, 68.400 asini, 9.246 muli, 392.763 bovini, 6.991 bufali, 1 mi-■ lione 594.965 pecore, 973.896 capre, 24.100 maiali, 2.100.000 polli. L’allevamento del bestiame avviene in forme primitive e trascurando norme igieniche e veterinarie. I cavalli sono piccoli ma resistentissimi, molto piccoli sono anche i bovini: esemplari belli se ne vedono solo nelle regioni dove gli allevatori hanno fatto incroci con bestiame italiano. Selvaggina quasi non ne esiste. Quando l’Albania sentirà il bisogno di energie elettriche, le forze idrauliche, oltremodo abbondanti, si dimostreranno più che preziose. Sulle ricchezze del sottosuolo, tutte da sfruttare, essendo finora mancati i capitali ed i mezzi di trasporto, probabilmente non si dispone di notizie complete : è comunque notoria la presenza di giacimenti petroliferi (alla cui valorizzazione s’è dedicata con maggiore tenacia l’Italia), carboniferi, di asfalto (p esso Valona e Selenizza), di pirite (a Fani), di cromo (nelle regioni di Cruma e Luma), di rame (a Corizza), di zolfo (nella Mirdizia), mentre nei dintorni di Corizza s’è trovato dell’asbesto e dell’oro; montagne di gesso esistenti nell’Albania orientale fino ad oggi non sono state intaccate. Le 49 4