R U M E N I A combattere eventuali aspirazioni irredentiste delle varie centinaia di migliaia di ungheresi viventi con essi, la cui condizione si è capovolta. La crisi dinastica è da considerare episodio importante, perchè la vittoria dell’attuale Sovrano Ca-rol II ha servito ad un tempo e a dimostrare l’impossibilità per il paese di adottare un regime diverso dal monarchico e a fiaccare la situazione di privilegio che il vecchio partito nazionale-liberale si era assicurata con un lavoro di oltre mezzo secolo. In certo senso il partito costituiva un’organizzazione per la difesa dei privilegi e dei diritti delle maggiori famiglie, e quasi si era arrivati al punto che alla dinastia sul trono faceva riscontro una specie di dinastia, con poteri non meno rilevanti, della famiglia Bratianu, i cui membri si alternavano alla testa del partito nazionale-liberale e del Governo. Ancora prima della proclamazione del regno di Rumenia, troviamo per lunghi anni un Joan Bratianu presidente del Consiglio, e quando nell’88 Joan Bratianu è rovesciato, spunta all’orizzonte il figlio, un Joan Bratianu anche lui. Pure in Serbia si è avuto il fenomeno di un Pasic che per una generazione dirige i destini del paese ed in Grecia quello di un Venizelos, ma in Rumenia il fenomeno s’è presentato in diversa forma, in quanto la situazione privilegiata è stata tenuta non da un uomo, bensì, dicevamo, da una famiglia: ancora nel dopoguerra, morto il secondo Joan Bratianu, 245