1 PAESI DANUBIANI E BALCANICI primi tre articoli sono identici a quelli dell’analogo patto franco-russo. Più tardi la Czeco-Slovacchia, secondata dalla Francia, ha tentato d’indurre la Rumenia ad inserirsi completamente nel sistema difensivo franco-czeco-sovietico, stringendo con Mosca accordi in virtù dei quali la Rumenia avrebbe perfino dovuto permettere il transito di truppe russe dirette verso il centro d’Europa; ma nella estate del ’35 tali pretese determinavano una crisi della politica estera rumena — fortissime essendo le resistenze di ambienti politici e militari — che ebbe per epilogo l’allontanamento del signor Ti-tulescu. Abbiamo, dunque, che mentre la Jugoslavia, nelle faccende russe, se ne sta da parte, l’armonia fra Bucarest e Praga è tutt’altro che perfetta : e il libro La Russia e la Piccola Intesa nella politica mondiale, pubblicato dal ministro czeco-slovacco a Bucarest Jan Sceba nell’inverno 1936-37, offre una documentazione interessantissima della mentalità czeco-slovacca nei riguardi dell’alleata rumena. Però se i rumeni si lagnano di que-st’alleata, che invece di sostenerli vuol fare del loro territorio un ponte destinato a truppe non assolutamente amiche, i czeco-slovacchi possono rimproverare a Bucarest l’alleanza militare con la Polonia, nemica loro e dei loro amici russi e amica dei loro nemici ungheresi e tedeschi. Come i polacchi si sono indignati perchè il signor Sceba ha deplorato, nel suo libro, che alla Conferenza della 338