1 PAESI DANUBIANI E BALCANICI de industriali, con circa 7 miliardi di leva di capitale impiegato, le quali davano lavoro a 37.000 operai. In testa viene l’industria tessile, in larga parte debitrice del suo sviluppo a capitalisti e industriali italiani, e la maggiore fabbrica, che dispone di macchinario modernissimo tutto venuto dall’Italia, produce annualmente da sola 2.500.000 metri di tessuti di cotone; a proposito delle iniziative italiane, si possono anche citare importantissime aziende per l’esportazione italo-bulgara, la larga partecipazione italiana all’industria forestale, officine per la lavorazione delle pelli, una fabbrica di esplosivi industriali, una fabbrica di aeroplani; pure ad una società italiana si deve la costruzione del grandioso acquedotto del Rila, che ha implicato una spesa di oltre mezzo miliardo di leva. Le aziende per la lavorazione del legno (segherie e officine) sono più di 1.500. Vanno poi menzionate l’industria alimentare e delle bevande, con 172 imprese che nel 1931 occupavano 4.579 operai, e primissima la zuccheriera; ottima è anche l’industria dei mulini, che nel 1931 erano 313, con 2.584 operai. Modesta la metallurgica, che assorbe un capitale di appena 382 milioni di leva e dà lavoro a soli 4.545 operai, così l’elettrica, la chimica e quella della carta, mentre l’industria delle sigarette occupa più di 2.500 operai. Le maggiori industrie minerarie sono esercitate dallo Stato, che possiede le miniere di lignite di Pernik, Bobov-Dol e Mari- 112