I PAESI DANUBIANI E BALCANICI 1 Non troppi anni dopo della cacciata dei turchi dall’Europa centrale, Pietro il Grande pensò di fare della Russia la protettrice dei cristiani d’Orien-te e ai 23 di marzo del 1711 lanciò un proclama che influì sulla storia europea di due secoli. Caterina II proseguì per la strada indicata da Pietro; e Maria Teresa, Imperatrice d’Austria e Regina d’Ungheria, per risarcirsi della perdita della Slesia inflittale nel 1741 da Federico II, volse lo sguardo verso la penisola balcanica, dove nel 1687 l’aquila bicipite s’era saldamente stabilita in Croazia ed in Slavonia, inaugurando con la Russia una politica di collaborazione, il cui obiettivo ultimo era appunto la spartizione dell’eredità dell’impero ottomano. Dalla fine del XV sino alla fine del XVIII secolo nei Balcani non aveva dominato altra potenza che la turca: sia i bulgari che i serbi, gli unici popoli che avevano fatto la loro comparsa come organismi statali (i primi verso la fine del VII secolo ed i secondi verso la fine del IX) e che poi avevano perduto, come gli altri della penisola, sovranità e indipendenza, incominciarono, con tutti gli altri, a sentire rinascere la coscienza nazionale proprio nell’epoca in cui si realizzava fra Austria e Russia l’intesa ai danni della Turchia. Per meglio tradurre in atto i piani, i due grandi Imperi sollecitarono il concorso dei balcanici, e nella guerra condotta dalla Russia e dall’Austria contro la 18