110 OOMMEMORIALI, LIBRO XXX. 124. (114) — s. d. (1702). — c. 273 (77). — Articolo (in italiano) che si desidera introdotto in firmano del sultano, cioè che gli abitanti dei territori veneti di Cattaro, Perasto, ecc., confinanti coll’ Albania turca, possano provvedersi di grani in Durazzo, Bastova, Valona ed altri luoghi di quel paese. Inserto nel n. 133. Allegato n. 15 al dispaccio n. 46. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 125. (125) — 1702, Gennaio ultimi giorni. — c. 295 (99). — Versione in italiano di ordine del sultano al pascià di Negroponte, e al cadi ed altri ufficiali di Durazzo. Avendo 1’ ambasciatore Soranzo denunziato che un legno corsaro di Tripoli, dopo presa una barca, entrò nell’ Adriatico, dove assalì inutilmente alcuni perastini e poi approdò a Durazzo, dove il comandante della squadra veneta alla custodia di quel mare chiese alle autorità il sequestro del detto legno e del suo equipaggio; il sultano ordina ai destinatari di fare un' inchiesta sul fatto e poi riferire, nè toglierò il sequestro fino a nuove disposizioni della Porta. Dato in Adrianopoli. —- Inserto in lettera del Soranzo del 5 aprile 1702, n. 49. — Tradotto da G. B. Navon. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 126. (120) — 1701, Febbraio 20 (m. v.). — c. 285 (89). — Risposta (in italiano) dell’ ambasciatore Soranzo al n. 123. Prega che sia sollecitato il capitan pascià a mandare ad effetto il cambio dei prigionieri che va per le lunghe. Insta per la rinnovazione delle concessioni del sultano Osman e pei provvedimenti per i porti di Risano, ecc., a vantaggio del commercio dei due stati. Traduzione di G. B. Navon. — Inserta nel n. 133. Allegato n. 21 al dispaccio n. 46. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 127. (121) — s. d. (1702, Marzo?). — c. 287 (91). — Il reis effendi Mehemet risponde al n. 126, riferendosi al n. 128 e professando sentimenti amichevoli. Data, tradotta ed inserta come il n. 122. Allegato n. 22 al dispaccio n. 46. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 128. (122) — s. d. (1702, Marzo?) — c. 289 (93). — Versione di lettera del gran visir Hussein all’ambasciatore Soranzo. Rispondendo ad altra di questo, relativa allo scambio dei prigionieri e all’ apertura dei porti di Risano ecc., al commercio, dice che verso mallevaria d’ esso ambasciatore sono stati liberati 4 gentiluomini, ma che il numero dei turchi dati in cambio non fu sufficiente; che però s’ era affidato 1’ affare dello scambio al capitan pascià Abdul Fettal, che trovò essere 94 i prigionieri veneziani ; che il sultano ordinò se ne liberassero 30 e che si procedesse nelle trattative. Circa i porti, nei trattati si parla solo di quelli ove « ab antiquo è stato solito risiedere emini », si era tuttavia ingiunto ad Halil pascià di Bosnia di studiare la cosa e riferire, in seguito a