DOGE: GIOVANNI II corner. . Ili che fu ordinato che, conforme alle capitolazioni, la libertà di commercio riguardi solamente « le scale solite ab antiquo ». Data, tradotta ed inserta come il n. 122. Allegato n. 23 al dispaccio n. 46. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 129. (123) — s. d. (1702, Marzo). — c. 291 (95). — Risposta dell’ambasciatore Soranzo al n. 128. Le capitolazioni guarentiscono sicurezza di commercio ai sudditi d’ ambo gli stati. Venezia acconsente che vadano emini a Risano ecc., e tiene aperto i suoi porti di Zara, Spalato ecc. Il pascià di Bosnia vorrebbe proibire il commercio nei detti porti ottomanni. L’ambasciatore prega che si diano ordini per la loro apertura. Traduzione di G. B. Navon, dragomanno. — Inserta in lettera del Soranzo del 1 aprile 1702, n. 47. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 130. (124). — s. d. (1702, Marzo?) — c. 293 (97). — Versione in italiano di lettera del gran visir al capitan pascià. In seguito a sollecitazioni dell’ ambasciatore di Venezia, si è deciso il cambio di 30 dei 90 prigionieri veneziani. Fattane la scelta, riferisca e si provvederà. Tradotta da G. B. Navon. — Inserta in lettera del Soranzo del 3 aprile 1702, n. 48. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 131. (126) — 1702, Marzo 15 circa. — c. 297 (101). — Versione in italiano di ordine del sultano ad Ismail pascià di Negroponte. Bicordato il pattuito nelle ultime capitolazioni circa il trattamento da usarsi contro i corsari danneggianti i veneziani ; esposto il fatto del corsaro tripolino (qui è nominato Halil reis), di cui il n. 125 ; dice che l’ambasciatore Soranzo gli riferì che il corsaro tripolino fu lasciato libero in Durazzo, che di poi accusò quel console veneziano di avergli tolto il timone e ne minacciò a mano armata la casa e la persona ; ordina infine che sia proceduto secondo i trattati. Dato, tradotto ed inserto come il n. 125. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 132. (127) — 1702. Marzo 15 circa. — c. 299 (103). — Versione di ordine come al n. 125. L’ambasciatore Soranzo si è lagnato che essendo andato tempo addietro, Bernardo nipote del capitano Giovanni da Cattaro, suddito veneto, alla bottega del fornaio Aslan Cassili e All, in Durazzo, per acquistar biscotto, questi lo derubarono del denaro e l'uccisero. Ordina perciò il sultano che si faccia la dovuta inquisizione, procurando di arrestare i rei, quando non si fosse già proceduto, e siano restituiti i danari rapiti. Dato, tradotto ed inserto come il n. 125. — Dispacci Costantinopoli, filza 166. 133. (99) — 1702, Marzo 30. — c. 241 (45). — Lorenzo Soranzo al doge (lettera in cifra n. 46, in italiano). — Apprese con piacere la soddisfazione del senato per la conclusione del n. 104, che egli potè conseguire fra molte diffi-