Pota e Premuda 47 alcun modo, perchè uno dei loro còmpiti era di distruggere con le loro mani il mezzo stesso con cui sarebbero penetrati nel cuore della fortezza nemica. Sapevano tutto questo, i quattro. E si sono offerti. E dopo ogni tentativo hanno rinnovato l’offerta, hanno difeso la loro offerta come un loro diritto, giacché altri a decine erano pronti, erano anelanti di offrirsi in loro vece e di andare al cimento! Ora tutto ciò tocca le vette sublimi dell’eroismo. I particolari dell’impresa sono semplici come quelli di una gesta di epopea. Piccola la spedizione. Una sezione di torpediniere incaricata della scorta al largo, una sezione di motoscafi incaricata di accompagnare la fragile imbarcazione dei quattro fino al punto possibilmente più prossimo allo sbarramento fatale. E su quei motoscafi alcuni dei più mirabili marinari d’Italia. Costanzo Ciano, primo di tutti, magnifica tempra di eroe, capace di affrontare le più arrischiate prove, e di organizzatore geniale dal colpo d’occhio pronto e dalla mente acuta, animatore e duce di quella flottiglia di motoscafi che hanno dato così fieri colpi alla potenza navale austriaca. E insieme col comandante Ciano, il comandante Scapin, il