5fi DA LISSA A PREMUDA della Garibaldi e dell’Amalfi, mostrando in piena evidenza il proposito del nemico di giovarsi de’ suoi comodi rifugi, per evitare la lotta aperta e per impiegare l’insidia dei sottomarini e delle mine, pose alla nostra Marina il formidabile problema di creare mezzi adeguati per colpire e abbattere sul mare il nemico, nonostante la tattica da questo adottata e l’inferiorità della nostra situazione in Adriatico, dalla quale il nemico stesso sapeva trarre tutti i possibili vantaggi. Si aprì così un periodò di intenso studio e di lavoro infaticabile e geniale, periodo in cui, nel silenzio e nel segreto, ufficiali della R. Marina pensarono e disegnarono i tipi delle microscopiche siluranti, officine italiane li costruirono con materiale italiano, li munirono delle macchine e delle armi necessarie. Lentamente, ma continuamente, la nostra flotta si arricchì di decine e decine di nuove unità, piccole e fragili in apparenza, ma destinate a rendere inestimabili servigi. E mentre si preparavano gli strumenti, si allenavano gli uomini capaci di impiegarli, si organizzavano i servizi e le basi. Tutto questo mentre molti, troppi stolti uscivano a dire che la Marina non faceva nulla.