DOGE FRANCESCO FOSCARI 7 13. — 1447, ind. X, Maggio 20.—c. 7 t.° — Condotta di Cesare di Marti-nengo con 700 cavalieri e 100 fanti ai servigi di Venezia, per un anno, dal 6 Aprile passato, e 6 mesi di rispetto. Fatto come il n. 9. — Testimoni due segretari ducali. 14. — 1447, ind. VII (sic), Maggio 23. — c. 8. — Il doge a tutti i rettori ed ufficiali veneti. Ordina 1’ osservanza dalle seguenti risposte, date ad istanze della comunità di Piadena (esposte in volgare), in conferma e parziale riforma di privilegio già concesso alla medesima da Orsato Giustiniani provveditore del-1’esercito: È accordata agli abitanti di quella terra e sua quadra esenzione per sei anni da colte e fazioni, salve le prestazioni di guastatori e carri occorrenti nel Cremonese per 1’ esercito nella presente guerra. Potranno continuar a tenere il mercato settimanale del giovedì, pagandosi i dazi consueti per le cose che vi si porteranno. E cosi pure la fiera annuale d’Ognissanti colle sue franchiggie consuete. Tutti i possidenti beni in quel territorio pagheranno le imposte, gravezze ecc. coi comunisti residenti, come in passato, salvi i diritti dei cremonesi, e confermandosi il prescritto dalle concessioni 14 Febbraio 1427. Durante la guerra presente rimarranno alla comunità i dazi del pane, del vino e della scanatura (macellazione ?) in quella quadra. Si confermano le concessioni già fatte circa il rettore della terra, al quale è accordata giurisdizione civile e criminale ; la comunità non dovrà pagarne che lo stipendio e l’alloggio. Dopo la guerra Piadena potrà domandare d’ essere resa indipendente da Cremona, promettendo la Signoria tutta la sua benevolenza. Quegli abitanti potranno portare i lori grani in tutti i domimi di Venezia e de’ suoi amici, pagando i dazi consueti. Circa il sale saranno tratttati come al tempo dell’anteriore dominio di Venezia. Giacomo Filippo de’ Ravani di Asola è confermato interinalmente podestà di Piadena per un anno. Dato nel palazzo ducale di Venezia. 15. — 1447, ind. X, Giugno 12. — c. 8 t.° — Condotta di Michele de Pede-montibus (Pindemonte?), rappresentato da Tomaso di Marco Groti de Pedemon• libus suo nipote (procura in atti di Antonio di Angelo di Antonio da Spoleto), ai servigi di Venezia con 400 fanti nominali, ma 300 di fatto, e 10 lancie, per un anno ed uno di rispetto. 16. — 1447, ind. X, Giugno 28. — c. 9. — Condotta del conte Carlo dei Fortebracci ai servigi di Venezia con 600 cavalieri e 100 fanti, da arruolarsi al più presto, per un anno ed uno di rispetto. 17. — 1447, ind. X, Luglio. — c, 29 t.° — Convenzione conclusa fra Giovanni II Paleologo imperatore di Costantinopoli e Leonardo (Dardi) Moro bailo veneto, di tenore simile in al n. 16 del libro X. Scritta in greco da Giorgio di Gaiasiano notaio imperiale, e in latino da Leonardo Qualea cancelliere del bai- lo. — Testimoni : Demetrio Paleologo Cantacuzeno parente dell’ imperatore, Luca