250 COMMEMORI ALI, LIBRO XYI 212. — 1487, Maggio 9. — c. 204 (203) t.° — Breve di papa Innocpnzo VII! al primicerio di S. Marco di Venezia. Dichiara di confermare e rinnovare le indulgenze concesse da Alessandro III e Paolo II alla detta chiesa ; gli commette di delegare in essa alcuni sacerdoti che tre giorni prima e tre dopo la festa dell’ Ascensione vi ascoltino le confessioni, con facoltà di assolvere anche i peccati riservati alla S. Sede, meno alcuni che enumera, e di mutar voti, trattine quelli di religione e dei pellegrinaggi oltremare, a Roma e a S. Jacopo di Ca mpostella. Dato e sottrscritto come il n. 211 (v. n. 172). 213. — 1494, ind. XII, Agosto 11. — c. 257 (53). — Antonio da Lan-driano del fu Accursio, consigliere ducale e tesoriere generale a Milano, e Bru-gonzio Botta del fu Giovanni uno dei mastri delle entrate ordinarie, in forza della procura allegata ... (Il documento non è completo) (v. n. 210 e 215). Allegato: 1493, ind. XII, INovembre 14 — Esposte lungamente le condizioni difficili delle finanze del ducato di Milano e le lor cause, nonché la necessità di provvedere a spese inevitabili, fra le quali la costituzione della dote a Bianca Sforza promessa sposa al re dei Romani (Massimiliano I) e ad Anna moglie di Alfonso d’Este primogenito del duca di Ferrara; Gian Galeazzo Maria Sforza duca di Milano ecc. e Lodovico Maria duca di Bari suo zio e governatore e tutore generale (atto di tutela in atti di Gian Antonio de’ Girardi da Pavia cancelliere ducale e di Candido de’ Porri not. di Milano), davanti a Francesco Altoviti giudice ordinario e podestà di Milano, sedente in tribunale nella sala de faiiolis del castello di Porta Giovia, nominano loro procuratori Antonio da Landriano tesoriere generale, Marchesino Stanga segretario e Brugonzio Botta uno dei mastri delle entrate d’ essi duchi, con facoltà di alienar beni, a sudditi locali, fare ogni specie di riscossioni ecc. ecc. (non è completa). 1494. — V. 1503, Dicembre 3, n. 230. 214. — 1495, Gennaio 12. — c. 240 (36) t.° — Norme di governo per la città di Rimini e pel suo territorio. Vi sono esposti i doveri e i diritti del podestà, del vicario delle gabelle, che era pure rettore delle arti e giudice di appello, del titolare dell' ufficio della custodia della città e dei suoi subalterni, del mastro delle entrate, del referendario, del bargello, degli ufficiali del sale, dell’ ufficio della tratta da mare, del capitano del porto, dell’ ufficiale del registro, del provveditore della camera, del regolatore dei dazi, dell'ufficiale alle strade e ponti, di quelli dei danni dati e del dazio d’imbottatura, dei coline-stabili alle porte. Seguono notizie relative alle incombenze e agli stipendi degli ufficiali del territorio, e nominatamente dei capitani di Coriano, S. Clemente S. Giovanni in Marignano, Monte Gridolfo, Saludeccio, Gemmano, Montescudo, Mulazzano, Cerasola, del fattore di Bellaria, degli ufficiali di Meldola e delle castella di Polenta, delle Caminate, di Ranchio, di Sarsina.