DOGE CRISTOFORO MORO 159 gnore possa restare in quella città (Rimini ?) per tutelarne la sicurezza, e di nominarvi un governatore, fu risposto assentendo a quest’ ultima parte della domanda. Data nel palazzo ducale di Venezia. 127. — 1467, ind. I, Settembre 19. — c. 106. — Patente ducale che fa sapere che i 174 cavalli della condotta del conte Angelo da S. Vitale morto mentre serviva Venezia sotto Ercole d’ Este, per le benemerenze di questo furono incorporati nelle milizie da lui condotte, con aumento di 4500 fiorini l’anno al suo stipendio, dal 1 Agósto scorso. Data come il n. 126. 128. — 1467, ind. I, Ottobre 25. — c. 106 t.° — Trattato stipulato da Andrea Bernardo savio del consiglio e Jacopo Giorgio savio di Terraferma, rappresentanti il doge e la Signoria di Venezia, col cav. Giovanni de Saix signore de la Bâtie rappresentante Amedeo IX e Violante, ducili di Savoia, e Filippo di Savoia signore di Bresse. Niuna delle parti contrarrà, per due anni da oggi, alleanza od obbligo alcuno con nemici, o che fossero di danno all’ altra o ai suoi confederati e protetti. Venezia pagherà pel detto tempo 16000 fiorini 1’ anno a Filippo suddetto. Se quella avrà guerra col duca di Milano, darà ai duchi 16000 fiorini per una volta, perchè aprano anch’ essi le ostilità contro il duca stesso. I principi di Savoia, nel detto caso, avuti i 16000 fiorini, dovranno mover guerra contro il medesimo duca con tutto il loro stato e potere, e perseverarvi fino a che duri quella con Venezia, o almeno pei due anni accennati. Sottoscritto dai rappresentanti summentovati. 129. — 1467, ind. I, Novembre 11. — c. 108 t.° — Jacopo re di Cipro, in seguito a negoziazioni fra esso e Clemente de’ Tedaldini segretario ducale, rappresentante la veneta Signoria, per appianare molte questioni fra i due stati, rispose come segue (le risposte sono in volgare) : Conferma tutti i diritti e privilegi goduti dai veneziani nel regno, nè imporrà loro alcun nuovo gravame. Le povere condizioni a cui è ridotta l’isola non permettono di far pagare a Venezia 10000 bisanti sulla tintoria regia, oltre i 4000 che si pagano alla porta (sulla dogana di Nicosia) ; assente però che della predetta somma Venezia sia fatta creditrice primaria su quelle rendite e saldata col tempo ; intanto obbliga alla detta tintoria i redditi dei casali di Vaclona (Patana?) e di Alektora ed altri 5000 bis. della porta. In estinzione del debito di 120000 bis. il re farà pagare ogni anno 50 cantara di polvere di zucchero dei baliaggi di Morfo e Lefca. Quantunque spirato il termine dell’ appalto delle polveri di zucchero nelle ville di Ruklia ed Askelia, tenuto dai veneziani Lodovico e Giovanni Martini, 1’ appalto stesso è rinnovato a loro favore ; pei crediti che vantano risponderà davanti la Signoria il regio ambasciatore Filippo Mistachel, e se risulteranno creditori saranno pagati. Circa le saline di S. Lazzaro, già date in appalto ai nobili Priamo ed Andrea da Lezze, benché contro gl’ interessi del regno, il re è disposto a lasciarle a quella