152 COMMEMORI ALI, LIRRO XV cimento ai danneggiati per le cose da quei delinquenti asportate. Amministrerà giustizia sommaria ai veneziani creditori di triestini. Restituendo Cristoforo Burlo a quel comune quanto gli deve, da determinarsi con giudizio arbitrainentale, saranno restituiti al medesimo i beni appresigli dal comune stesso, e revocati gli atti giudiziari, taglia ecc. emanati contro di lui. Rimangono in vigore tutti gli obblighi di Trieste verso la chiesa di S. Marco e il dogado. Fatto nella stanza e alla presenza del cardinale legato, nel monastero di S. Giorgio Maggiore in Venezia. — Testimoni: N. (Nicolò Perettoi arcivescovo di Siponto, Rernardo (da Piacenza) abate di S. Giustina, Lauro da Fano famoso dott. in ambe, Girolamo Malipiero, Pietro Antonio da Urbino camerario del Ressarione. — Atti Febo Cappella del fu Alessandro not. imp. e segr. due. e Bartolomeo dalla Piazza not. imp. e scriv. due. 97. — 1463, Dicembre 18. — c. 88 t.° — Bessarione cardinale vescovo di Tusculo, patriarca di Costantinopoli, legato a latere in tutti i domini di Venezia, al doge e a’ suoi successori. Permette agli ebrei di abitare fra i cristiani, e dichiara doversi osservare le convenzioni concluse con essi in passato o che si concluderanno in avvenire, del che concede licenza, nelle singole città e terre della republica per comodo dei cittadini, assolvendo chiunque fosse incorso in censure o pene ecclesiastiche per le convenzioni stesse. Data nel monastero di S. Giorgio Maggiore in Venezia (XV hai. Jan.) 98. —1464, ind. XII, Marzo 17. — c. 89 t.° — Condotta di Sigismondo Pan-dolfo Malatesta, signore di Rimini ecc., rappresentato da Jacopo degli Anastasii di Borgo suo consigliere (procura in atti di Bartolomeo di ser Santo not. ap. ed imp. in Rimini, 30 Gennaio 1464), ai servigi di Venezia in qualità di capitano generale delle milizie di terra nella spedizione contro i turchi nel Peloponneso ed altrove, con provvigione di 300 fiorini il mese. Avrà inoltre: condotta di 400 lancie (da tre cavalli 1’ una) nelle quali saranno 400 uomini da elmetto, e i sac-comani di uso, con f. 80 di prestanza per lancia ; 100 balestrieri a cavallo armati all’italiana con f. 20 l’uno di prestanza e f. 4 per soldo di una paga; 300 fanti colla prestanza solita; tutti col soldo usato darsi dalla republica. Le prestanze saranno scontate in 18 mesi. La ferma è per due anni dal di che farà 1’ arrolamento e la mostra. Sarà in ordine colle milizie per la fine d’Aprile, e si porterà con tutte o parte di esse dove gli sarà comandato dal doge o dai suoi rappresentanti. Seguono le norme relative ai prigionieri che si facessero in guerra. Il Malatesta resta mallevadore per tutto ciò che le sue milizie ricevessero dallo stato. I cavalli non potranno essere presentati che per una sola lancia e una sola volta. I militi del Malatesta non potranno essere convenuti in giudizio, per debiti fatti in passato, che un mese dopo finita la ferma. I banditi che fossero arrolati, trattine i ribelli e traditori, avranno salvocondotto per passare pei luoghi d’ onde furono espulsi. Il capitano generale ha facoltà di rilasciare salvocondotti pei suoi soldati. Per gli arrolamenti ed altre pratiche militari si osservano le norme generali in vigore; così per gli alloggiamenti, gli strami, le legne.