DOGE AGOSTINO BARBARIGO 307 131. — 1487, Agosto 14. — c. 80. — f’ederico III imperatore dei Romani, re d’Ungheria, Croazia, Dalmazia ecc. duca d’Austria, Stiria, Carintia ecc. al doge. Sentì con dispiacere della guerra ingiusta mossa dall’arciduca Sigismondo contro Venezia, della quale si dice amico sincero, con tutta la sua casa, mentre move forti lagni contro l’arciduca che accusa divarie colpe, e fra altro di voler togliere l’impero alla casa d'Austria. Ora esso imperatore, benché occupato nella guerra d’Ungheria e in altri gravi affari, scrisse ai membri della dieta dei domini di Sigismondo, che deve adunarsi ad Hall del Tirolo, onde vedano di ridurre il loro signore a più sani consigli, e ai medesimi mandò anche le lettere giustificative del doge. Non mancherà di usare ogn’ altro mezzo per ricondurre la pace (v. n. 132). Data a Norimberga. 132. — 1487 Agosto 27. — c. 80 t.° — Massimiliano re dei Romani al doge. In risposta a lettere ducali che si lagnavano avere l’arciduca Sigismondo, zio d’esso re, senza motivo confiscate le merci dei veneziani alla fiera di Bolzano, e mosso guerra ai medesimi senza dichiarazione, ricorda le esortazioni fatte alla republica onde si mantenesse amico l’arciduca, e non omise uffici con quest’ultimo; ma invano, per le influenze avverse a quella che circondavano lo stesso principe. N’ è dolente, e farà con piacere il possibile per ristabilire i buoni rapporti fra Venezia e casa d’ Austria. Data a Brusselles. — Sottoscritta dal re e da Sisto (di Tannberg ?). f 33. — S. d. (1487, Agosto ?) —c. 106. — Stima di case da distruggersi nel suburbio di Bovereto per difesa di quella terra, fatta d’ ordine della Signoria (ducali 17 Agosto) e col parere del signore di Camerino, di Girolamo Marcello provveditore dell’ esercito e di Tomaso Duodo provveditore nella terra stessa, dai periti eletti dai medesimi che furono : Bonomo del Bene, Antonio de Clodis e Giovanni Saviani, tutti e tre da Rovereto, Nicolò Chiapo protomastro dei muratori di Verona, e Nicolò protomastro dei carpentieri. Le case stimate furono quelle: di Antonio Ferrei' (fabro ?) tenuta da Bartolomeo barbiere e di Antonio de’ Perolii vicina nella chiesa di S. Caterina, di Pietro de Domenego del fu mastro Marco (vicina ad altra di Bartolomeo de Nicolato), di Antonio de’ Parti confinanti con beni di Donato dal Pan, di Domenica vedova del fu Ramengo de Valarchi (v. n. 135). 134. — 1487, Settembre 12. — c. 80 t.° — Ferdinando re di Sicilia ecc. al doge. Concedette il chiesto permesso di esportazione dal regno di 100 migliaia di salnitro per uso della republica, da esportare col mezzo di Tullio Stanga di Trani o d’altri. Ringrazia per avergli dato occasione di dimostrare la sua amicizia della quale fa ampie proteste. Data nel castelnuovo di Napoli. 135. — 1487, Settembre 22. — c. 106 t.° — Ducale ai rettori ed al ca-