162 COMMEMORIALI, LIBRO XXVIII. forze in modo da non dar ombra ad altri potentati, e di restituire le piazze occupate e i prigionieri fatti negli ultimi moti di guerra. Data dai Cappuccini presso Asti. — Sottoscritta dal d’Angennes. — (In margine:) Versione dallo spagnuolo della promessa del suddetto marchese di adempiere, in quanto gli aspetta, i detti oblighi di Spagna (v. n. 12). Data nel campo della Certosa di Asti. — Sottoscritta dal marchese. 1615, Luglio 15. — V. 1615, Giugno 21, n. 9. 1615, Luglio 26. — V. 1615, Giugno 21, n. 13. 15. — 1620, Dicembre 24. — c. 10. — Copia della versione riferita al n. 98 del libro XXVII (v. n. 17). Spedita dal bailo in Costantinopoli in lettera 26 dicembre. 16. — 1620, Dicembre 24. — c. 65t.° — Altra copia del firmano già riferito al n. 98 del libro XXVII. 17. — 1620, Dicembre 10 (recte 26 *). — c. 59. — Lettera del bailo veneto a Costantinopoli (Giorgio Giustiniani) alla Signoria (in volgare). Partecipa che il visir, istigato da spagnuoli che gli avevano promesso 100,000 zecchini, procurava di far abortire 1’ accomodamento pei compensi reclamati dai bosniaci spogliati come nel n. 91 del libro XXVII ; che il muftì lo consigliò ad affrettare la conclusione dell' affare essendo il sultano mal disposto ; che quindi risolse di aderire, e dopo molto discutere ottenne di ridurre il compenso di 200,000 talleri, da quelli preteso, a 70,000, più 23,000 da darsi al visir. Restano cosi annullati tutti gli atti giudiziari ottenuti dai bosniaci. Manda la traduzione del firmano imperiale conseguito in argomento (v. n. 98 del libro XXVII). Dà conto del modo convenuto per regolare i pagamenti ai danneggiati, pagamenti che vengono assunti dal visir e dall' ambasciatore di Fiandra suo commesso, e di quanto fece e fu disposto per por termine all’ affare. Viene poi a parlare della buona inclinazione del muftì, e di regali fattigli e da fargli per tenerlo amico. Dice che questi lo consigliò di cattivarsi il kislar agà, il bostangi bascì ed altri per togliere 1’ animosità del sultano contro Venezia. Loda le prestazioni dell’ ambasciatore di Fiandra nell’ affare dei bosniaci, esortando a dargli qualche compenso. Propone il modo di aver documenti di quitanza dai bosniaci. Parla della difficoltà di aver danari pel pagamento delle summentovate somme. Il capitan pascià è col sultano a Baili (Daud-Pascià), al suo ritorno il bailo farà 1’ ufficio commessogli. Riceve ora lettere della Signoria del 20 ottobre. Segue allegata la nota dei danneggiati sudditi turchi, sono 84 i nomi dei quali si omettono essendo in molta parte indicati col solo personale, e come domicilio si dicono di Zettia, Sivrizar (Sivr-hissar ?), Aleppo, Banjaluca, Bosna Serai, Ruada, Foia (Focea ?), Cleule, Cligni, Rossia, ognuno coll’ importare delia (*) Questa data porta 1’ originale nella filza n.° 90 dei dispacci dei baili veneti in Costantinopoli al Senato.