DOGE.' FRANCESCO ERIZZO. 185 fanti pel re di Spagna, con licenza dell’ imperatore, prega gli sia data facoltà di trasportarli per 1’ Adriatico nel regno di Napoli onde presentarli al conte di Monterey (don Emanuele de Fonseca e Zunica conte di Monterey e di Fnentes viceré di Napoli). Data a Piombino. — Sottoscritta dal mittente (v. n. 66). 66. — 1634, Giugno 7. — c. 33 t.° — L’ ambasciatore del re di Spagna, presentatosi al Collegio, chiede (in volgare) sia data facoltà di passaggio per mare a 3,000 fanti levati dal principe di Venosa nella Stiria e nella Carintia pei presidi del regno di Napoli. Essi partiranno da Trieste senz’ armi, a drappelli e come privati viaggiatori (v. n. 65 e 67). 67. — 1634, Giugno 10. — c. 34. — Risposta (in volgare) al n. 66, deliberata in Senato. L’imperatore proibì nuove levate di milizie nei suoi domini confinanti con quelli di Venezia, per ovviare che sudditi o anche soldati di questa, espatriando, si arruolassero in quelle. Simile riguardo vorrà avere pure il principe di Venosa, che è anche patrizio veneto. Di più, nelle circostanze presenti sono da evitare passaggi di militari per 1’ Adriatico e per gli stati veneti onde non dar occasione di danni allo stesso re di Spagna ; al principe non possono mancare altri paesi pei suoi arruolamenti (v. n. 66 e 69). 68. — 1634, ind. II, Giugno 10. — c. 80 t.° — Istrumento in cui si dichiara che recatosi Giovanni Mocenigo (v. n. 64), accompagnato da molti nobili ed altri veneziani, al santuario di Loreto, vi consegnò ad Emilio Altieri romano, vescovo di Camerino, governatore di quelle santa casa e città, espressamente delegato dal cardinale Antonio Barberini protettore del santuario, la lampada donata da Venezia ; e perchè essa sia perpetuamente accesa, il Mocenigo promette che la republica pagherà 30 ducati veneti 1’ anno ai mandatari della santa casa in Venezia. Il detto governatore promette a sua volta che la lampada starà accesa in perpetuo nel luogo ove fu collocata, ne potrà mai per qualsiasi motivo esserne rimossa. Fatto in Loreto nel mentovato santuario. — Testimoni : Stefano Pesciano (da Pescia?) canonico e Francesco Civellino chierico, custodi della S. Casa. — Atti Benedetto Travaglini da Montegiorgio diocesi di Fermo, not. e cancelliere della S. Casa. L’ Altieri suddetto attesta la legalità del rogatario qui sopra. — Sottoscritta da Francesco Spica segretario. 1634, Luglio 4. — Marco Ottoboni segretario ducale dichiara di aver consegnato, per la custodia, 1’ originale al cancellier grande. 69. — 1634, Giugno 21. — c. 34 t.° — Brano di lettera (in volgare) del segretario veneto residente in Napoli (Pier Antonio Zon) al doge. Il viceré, avuta notizia della risposta n. 67, se ne mostrò meravigliato, dicendo che si trattava di trasporti di uomini senz’ armi, alla spicciolata e su navi mercantili, COMMEMORIALI, TOMO VII. 24