34 COMMEMORIALl, LIBRO XXIV. bro di Ampezzo, i quali non vollero unirsi a loro per mancanza del proprio ingegnere. Proceduti quindi essi deputati veneti all’ operazione da soli, descrivono il percorso della detta linea, nominando la Val di Passo, il monte Piana, Misurina, la valle di Rinbon, Larieto, la Creppa del Saccon. — Il tutta alla presenza di Daniele di Bernardo da Domegge e di Gasparo da Pra di Lozzo, coll’ intervento dei rappresentanti il comune di Auronzo. Sottoscritto dai dichiaranti, 116. — 1582, Febbraio 13 (in. v.). — c. 169. — Dede beg Michalbegovich, luogotenente di Mehemet beg sangiacco di Clissa, dichiara (in volgare) che Giovanni Contarmi provveditore generale in Dalmazia, per dimostrare come la Signoria veneta intenda tener sicuri i cofìni turchi contro le scorrerie degli Uscocchi di Segna, ne fece impiccar tre, ne bandi nove dai domini veneti, e bandi pure Giorgio Danicich da Segna capo di uscocchi e Luca (?) Milicich, con promessa di vistoso premio a chi li uccidesse. Ordina poi che, visto tale amichevole contegno, i suoi soggetti trattino amichevolmente e non molestino in modo alcuno i sudditi di Venezia dovunque. Postilla in margine : 1584, Novembre 24. — L’ originale fu mandato al bailo in Gostantinopoli. 117. — 1583, Maggio 27. — c. 137. — Il Senato di Milano al conte Pietro Martire Ponzone. Gli si annunzia la sua elezione, conferendogli le necessarie facoltà, per giudicare e definire d’accordo col commissario veneto (v. n. 119) le questioni fra i sudditi veneti di Sottochiesa della Valle di Taleggio e di Ver-curago di quella di S. Martino, cogli uomini di Vedeseta della stessa valle e con altri del territorio di Lecco soggetti al re di Spagna. Data a Milano. — Sottoscritta da (Francesco) Pietranegra, e per autenticazione della copia da Facio Gallerani. 118. — 1583, Giugno 15. — c. 145. — Breve di papa Gregorio XIII al doge. In seguito ad uffici di Giovanni Soranzo ambasciatore straordinario e di Leonardo Donato amb. residente, udito il parere dei cardinali e studiate le ragioni delle parti, il papa esorta ed ammonisce il doge a desistere dalle pretese contro il patriarca di Aquileia (la Signoria aveva fatto procedere contro e punito ufficiali patriarcali di S. Vito e di S. Daniele, luoghi ove quel prelato go-dova mero e misto impero, e voluto ingerirsi in cose spettanti a quella chiesa); ed intima che entro termine competente siano portate le questioni davanti ad esso pontefice. Dato a Roma presso S. Pietro. — Sottoscritto da Cesare Glorieri. 119. — 1583, ind. XI, Luglio 2. — c. 137 t.° — Convenzione con cui Ottaviano Valiero podestà a Brescia, nominato giudice-commissario dalla Signoria di Venezia, e il conte Pietro Martire Ponzone dello stato di Milano (v. n. 117), per terminare tutte le questioni insorte fra gli uomini di Sottochiesa nella Valle