26 COMMEMORIALI, LIBRO XXIV. 92. — S. d. (1580). — c. 102). — Grida (in volgare) con cui don Sancio di Padilla e Guevara castellano e governatore di Milano ecc., riferendosi alle gride n. 59, 81 e 83, fa sapere, col consenso della Signoria di Venezia, essere esclusi dai contemplati nelle dette gride i banditi nativi ed abitanti dei due stati che vivono pacificamente nelle patrie rispettive e nei luoghi ove sono domiciliati da tre anni. I giudici potranno costringere a dar malleveria di ben vivere coloro che potessero indurre alcun sospetto sulla propria condotta. 93. — 1581, Agosto 13. — c. 107 t.° — Versione (in volgare) di lettera di don Giovanni d’Idiaquez agli ambasciatori veneti neminati nel n. 95. Il re ordinò che si facesse secondo il desiderio espresso dagli ultimi ; scrisse in argomento al papa e diede all' abate Bressegnó (Bernardino ?) gli ordini che comunicherà loro il cardinale di Granvelle (Antonio Perrenot) èssendo quel sovrano dispostissimo a servire Venezia. Data a Lisbona. 94. — S. d. (1581, Agosto 27 ? *). — c. 106. — Versione (in volgare) di lettera del . re di Francia a (Paolo) di Foix suo ambasciatore a Boma. Spiacque al re che il papa sia irritato contro Venezia per la questione del patriarcato di Aquileia, nella quale la sola Signoria è giudice. È questo un argomento che interessa tutti i sovrani gelosi dell’ incolumità dei propri diritti. Consigli il pontefice a miti propositi; ricorda come la vertenza sembri mossa da malvolere del patriarca e forse fomentata dall’arciduca Ferdinando (d’Austria) che possede Aquileia, per avere la quale la republica aveva fatto ripetuti uffici col papa. Procuri che anche il cardinale d’ Este (Luigi) zio d’esso re, e quelli di Pellevé (Nicolò) e di Rambouillet (Carlo d’Angennes) si adoperino nello stesso senso. (*) Questa lettera fu comunicata da Leonardo Donato ambasciatore in Roma ; la data qui supposta è appoggiata ad una esposizione fatta al Collegio il 9 settembre 1581 dall’ ambasciatore di Francia che parla del nostro documento (Cfr. Esposizioni Principi, reg.° 5, c. 50). 95. — 1581, Settembre 17. — c. 106 t.° — Vincenzo Trono, Girolamo Lip-pomano e Matteo Zane, ambasciatori a Madrid, al doge (in volgare). Non hanno lettere del segretario Dardani (Andrea) da Lisbona, essendo egli malato, ma ebbero un dispaccio del re al Cardinal di Granvelle e con esso il n. 93. Il detto cardinale diede loro un piego per Roma, che mandano ; lesse loro la lettera che il re scrisse al papa esortandolo a mostrarsi conciliante nella vertenza fra il patriarca d’ Aquileia e la Signoria Venezia; e così pure gli ordini dati all’abate Bressegnó, regio ambasciatore a Roma, in forma assai efficace. Il cardinale non volle dar loro in mano le dette lettere, delle quali però manda copia all’ ambasciatore spagnuolo a Venezia (Cristoforo) Scalza. Sanno che il nunzio papale, d’ordine pontificio, informò dell’ affare il cardinale, che gli rispose tenendosi sulle generali. Data a Madrid.