DOGE: NICOLÒ DA PONTE. 1584, Novembre 24. — V. 1582, Febbraio 13, n. 116. 37 125. — (1585, Marzo, primi giorni). — c. 152. —Versione in volgare di comandamento del sultano dei Turchi. Avendo il bailo veneto Gian Francesco Morosini assicurato che sarebbe restituita la galea di Memin figliuolo di Ramadam pascià già beglierbei di Tunisi, catturata da veneziani, compensati i danni resultati da quel fatto e punito il capitano autore autore della cattura ; il sultano ordina che la Signoria veneta sia sollevata da ogni ulteriore responsabilità e trattata, coi suoi sudditi, di nuovo secondo le norme dell’ amicizia dopo che sarà seguita la restituzion stessa e quella dei prigionieri fatti in detta nave e delle cose che vi si trovavano, giusta l’inventario esistente in Prevesa, più pagati 1000 aspri per ogni schiavo fuggito da quel legno. Dato in Costantinopoli, primi giorni della luna di Rebiulachir 993. 126. —- 1585, Luglio 12. — c. 1611.° — Scrittura (involgare) di Carlo Gamberini bolognese, già segretario del cardinale (Alberto) Bolognetti stato nunzio in Polonia) presentata, con un disegno, ai Savi del Consiglio, e relativa all’ aiuto che potrebbero dare i Cosacchi in caso di guerra coi Turchi. Espone che, volendo scrivere delle cose dei Tartari, si amicò un capo dei Cosacchi il quale lamentava con lui che il re di Polonia sì mostrasse avverso alle offese contro gli Ottomani, come lo aveva dimostrato nel fatto di Render sul Dniester, distrutto da essi Cosacchi con grande strage di Turchi, facendo giustiziare 32 degli stessi cosacchi. Dice che questi traggono origine da uomini di varia provenienza (malfattori e scioperati) che occuparono alcune isole del Dnieper verso il Mar Nero a difesa della Polonia contro i Tartari Precopensi ed i Turchi, ed aumentati di numero e di valore, dopo re Sigismondo, incutono timore agli stessi mussulmani. Continua dicendo distinguersi i Cosacchi in soldati stipendiati dal detto regno, e in liberi ; in tutti circa 19,000 combattenti ; descrive come abbiano rese forti le isole mentovate ; fa derivare il lor nome da coza, in polacco capra, per la loro agilità. Combattono coi Tartari buona guerra, ma uccidono spietatamente i Turchi. Il capo surricordato gli mostrò come un aiuto dato dai principi cristiani ai suoi, ora che la Turchia è in guerra colla Persia, potrebbe danneggiar molto la prima, sia che i Cosacchi si volgessero contro questa, sia contro i Tartari dai quali i Turchi traggono grandi soccorsi. Porta 1’ esempio che Osman pascià, richiamato di Persia per debellare Mehemet principe dei Precopensi, il beglierbei della Grecia non potè radunare più di 15,000 cavalli. Prosegue che essi Cosacchi potrebbero avere 1’ appoggio dei loro fratelli moscoviti delle isole del Don, che difendono la Russia contro i Tartari Nogai, dei Circassi, Valacchi, Moldavi, Bulgari, Serbi e Rasciani, tutti stanchi del dominio turco. L’aiuto occorrente sarebbe una somma da 15 a 20,000 ducati per acquisto d’armi. Un cugino del detto capo, trovato successivamente dal Gamberini in Varsavia, gli confermò le buone disposizioni dei Cosacchi, e offerse con scrittura di unirsi eventualmente all’ impresa con 10,000 uomini.