76 COMMEMORIALIj LIBRO XXV. cessione, e avendo 1’ oratore veneto Giovanni Delfino espresso al papa il dubbio che tale elezione potesse pregiudicare ai diritti conceduti a Venezia da Paolo III circa la presentazione dei candidati alla detta sede vacante, per non essere essa avvenuta ; il papa dichiara non dovere la suddetta nominazione pregiudicare menomamente ai mentovati diritti. Dato a Roma presso S. Pietro. — Sottoscritto da M. Vestri Barbiani. 130. — 1595, Febbraio 16 (m. v.). — c. 142 t.° — Esposizione (in volgare) del nunzio papale al Collegio. Relativamente al n. 121, non può per ora indicare che la saettia francese S. Spirito e Ronaventura comandata da Guglielmo Salenghi, pur francese ; gli altri legni saranno noleggiati a Barletta o a Trapani ; e questi si potrebbero riconoscere con certezza essendo cinque, muniti di polizze all’ indirizzo di Mario Doni vicetesoriere della Marca di Ancona. Sopra di ciò presenta analogo memoriale (che si riporta), nel quale si dice di più che i navigli approderanno ad Ancona o a Civitanova nella Marca (v. n. 127). 131. — 1595, Febbraio 17 (m. v.). — c. 144 t.° — Il doge al provveditore dell’ armata (Marco Molin), per deliberazione del Senato. Gli si ordina di lasciar liberamente passare per 1’ Adriatico i navigli con carico di sale mentovati nel n. 130 e negli altri documenti relativi ; e di dar notizia del loro passaggio. Lo stesso giorno si dà notizia di tal ordine all’ambasciatore a Roma (il documento è in volgare). 132. — 1596, Marzo 29. — c. 149 t.° — Breve come al n. 116. Ad istanza dell’ ambasciatore veneto Giovanni Delfino, il papa prolunga per quattro mesi dopo 1’ arrivo di Antonio Cavalli a Venezia la sospensione n. 122, acciò egli possa render conto della sua amministrazione alla Signoria. Dato e sottoscritto come il n. 122. — Altra copia stà a c. 165 t.° 133. — S. d. (1596, Marzo 31). — c. 159 t.°— Esposizione di Federico Contarmi proc. di S. Marco al Collegio (in volgare). Riferendosi ai n. 118 e 119, riassume il suo operato nel ricevimento dei marmi Grimani e nel loro collocamento nello statuario publico, che sono pezzi 95. Dice restare nel palazzo Grimani 8 statue e 28 lastre, 12 delle quali murate, 4 piedistalli, 34 busti, in parte di personaggi della famiglia, 8 « fra termini e cornici in studio », e il resto fuori delle finestre, un vaso, 8 torsi, in parte murati, ed altri frammenti ecc. Delle cose amovibili « piglierà, appresso le due statue grandi di corte », ciò che stimerà a proposito, e farà la ricevuta finale. Restando poi dello spazio nello statuario, vi fece mettere 9 statue e due lastre di sua proprietà, che offre in dono alla republica, proponendosi di fare il possibile per 1’ ordinamento dello statuario. — Finalmente presenta l’iscrizione da porsi sopra l’ingresso di quella gliptoteca : in essa sono nominati il cardinale Domenico, Giovanni patriarca di Aquileia, il doge Marino, tutti Grimani, Pasquale Cicogna doge e il Contarmi (v. n. 125 e 134).