doge: marino g rimani. 107 79. — S. d. (1003, Marzo 5). — c. 160 t.° — Nota (in volgare) degli oggetti mandati dal re di Persia in dono alla Signoria. Sono già enumerati nel n. 78 (v. n. 80). 80. — 1603, Mario 6. — c. 160 t.° — Il Senato delibera (in volgare) che gli oggetti enumerati nel n. 79 siano, a norma delle leggi, mandati alla chiesa di S. Marco, onde le stoffe si convertano in vesti sacerdotali pel culto e il tappeto si conservi ad uso dell’ inginocchiatoio del doge. Si dispone la spesa di 100 ducati per presentare rinfrescamenti all’ inviato persiano (v. n. 81). 81. — 1603, Marzo 9. — c. 161. — Guglielmo de’ Maffei not. della pro-curatia de supra dichiara (in volgare) che Giov. Battista Padavino, segr. due. e cancelliere inferiore, in esecuzione del n. 80, consegnò a Bernardo Contarmi procurator cassiere, presente 1’ altro procuratore Giovanni Delfino cav., gli oggetti donati dal re di Persia. 82. — 1603, Giugno 7. — c. 162 t.° — Breve di Clemente VII! papa al doge. Chiede che Venezia, per mezzo degli ambasciatori destinati al nuovo re d’Inghilterra (Giacomo I), cooperi a renderlo favorevole ai cattolici, come già ne mostra disposizione; il nunzio vesc. di Molfetta ha l’incarico d’intendersi su ciò colla Signoria. Dato a Roma presso i SS. Apostoli. — Sottoscritto da Silvio Antoniani cardinale. 83. — 1603, Luglio 5. — c. 163. — Breve di Clemente Vili, ad perpetuar», rei memoriam. Per le benemerenze e la devozione della Signoria verso la Chiesa, decreta che i veneziani possano sempre acquistare e possedere beni nella Marca di Ancona, in Romagna e nel ducato di Ferrara, e disporne ad arbitrio. Conferma ai Contarini e ai Querini i beni che tengono nel Ferrarese con facoltà di acquistarne altri fino a 6000 scudi, e di venderne, ma solo a sudditi della S. Sede, il che vale anche per gli altri veneziani. Dato a Roma presso S. Marco. — Sottoscritto da M. Vestri Barbiani. 84. —- 1603, Agosto 14, — c. 164. — Matteo Zane patriarca di Venezia ad Agostino Nani savio del Consiglio (in volgare). Reduce da Grado e da Latisana, chiede che si facciano arrestare i sacerdoti Giacomo Albini della diocesi di Orvieto e Giov. Francesco di Bartolomeo Biscotti da Lucca, ed altri di cui denunzierà i nomi, i quali celebraronn in Venezia illegittimamente presentando licenze falsificate (v. n. 85). Data nel patriarcato. — Sottoscritta dal patriarca. 85. — 1603, Agosto 14. — c. 164 t.° — Licenza data dal Collegio ad Alessandro Giroldi, capitano dell’inquisizione, di procedere all’esecuzione che gli