60 COMMEMORI ALI, LIBRO XXV. risce esser questo in miserrimo stato, e, conoscendolo per lunga pratica, asserisce non poter essere rialzato che coll’ erezione di due fortezze a sua difesa. Tale erezione era stata comandata due volte, al tempo cioè di Giagali Mehemet bei, che fu poi traslocato, e a quello del fu Ferhat ; e sotto quest’ ultimo esso Mu-stafà s’era recato sui luoghi col sangiacco di Licca ed altri e con soldati per dar principio ai lavori ; ma Ferhat, per compiacere i veneziani, fece abortire la cosa. I confini fra i domini ottomani e i veneti di Sebenico, Traù e Spalato erano stati posti dal fu Ellan pascià coi cadì di Seresa e di Bosna-Se-rai ed altri, ma si lasciò andare in rovina il fortilizio di Vrhpolje, onde i veneti vennero a poco a poco invadendo il territorio indifeso. S’ aggiungono le scorrerie degli Uscocchi di Segna, ai quali pure s’ uniscono i franchi (veneti) onde gli abitanti dovettero fuggire verso l’interno e ben 32 ville rimasero deserte e furono poi occupate dai veneti. Rincalza sulla necessità dell’ erezione delle due fortezze in Zagoria e a Radossich se non si vuole il paese interamente disertato ; offre per 1’ erezione 1’ opera e il danaro degli abitanti del san-giaccato e invita il beglierbeì alla solennità della fondazione. Ripete esser ora 34 le ville occupate dai sudditi veneti (v. n. 64). Tradotta da Andrea Negroni nell’aprile 1591. 64. — 1591, Marzo — c. 91. — Versione di ordinanza del sultano ad Hassan pascià beglierbeì di Bosnia. In seguito a denunzia fattagli da quest’ ultimo che sudditi veneti di Spalato, Sebenico e Trogliir (Traù), uniti con uscocchi, invasero la Zagoria saccheggiando 37 ville, il cui territorio fu poi dai veneti occupato, violando così i trattati e i confini già posti ; che di più i veneti stessi innalzarono entro i detti confini un castello detto Vrhpolje e lo presidiarono, donde recano continui danni ai sudditi ottomani ; il sultano ordina al pascià di far demolire tutti i castelli eretti sul suo territorio, e gli manda un chiaus detto Nesime, col quale e con altre persone, verifichi i fatti ed ingiunga poi al presidio di Vrhrpolje di ritirarsi; quindi usi ogni mezzo opportuno per difendere il paese ed impedire i danni ai suoi abitanti (v. n. 63 e 65). Data a Costantinopoli agli ultimi della luna di Rebiul achir 999. — Tradotta da Giacomo de Nores. 1691, Aprile 16. — V. 1591, Marzo 10, n. 61. 1591, Aprile 29. — V. 1591, Marzo 10, n. 61. 65. —• 1591, Aprile. — c. 92. — Versione di ordinanza del sultano ad Hassan beglierbeì di Bosnia. Avendo costui denunziato (per mezzo di Maumet defterdar del tesoro di Bosnia) che gli abitanti della Zagoria e di varie ville dei sangiaccati di Glissa e della Kerka, per le incursioni e le depredazioni dei cristiani invadenti i paesi turchi dai confini di Zara, Sebenico, Spalato e Traù, usurpando anche territorio, decisero di abbandonare il paese ; che essi cristiani, quantunque obligati dai trattati ad impedire il passaggio degli Uscocchi sul territorio turco, si uniscono anzi a questi per danneggiarlo, mettendo a sacco