DOGE: GIOVANNI I. CORNARO. 165 23. — 1623, Gennaio 15. — c. 4. — Trascrizione del testo francese del trattato n. 22. Annotazione in margine : 1626, Ottobre 12. — Giovanni Pesaro consegnò al segretario Gian Francesco Secco l’originale che fu riposto nel cancello del cancellier grande in Secreta. 24. — 1625, Aprile 20. — c. 151.° — Versione in volgare di firmano con cui Amurat IV sultano di Turchia dichiara di avere, a richiesta dell’ambasciatore Simone Contarmi (v. n. 25), confermato i patti stipulati dai sultani suoi predecessori colla republica di Venezia, comprendendovi l’isola di Tine posseduta da quella. Seguono gli articoli conformi in tutto ai riferiti nel n. Ili del libro XXV. Dato in Costantinopoli. — Collazionata dall’ interprete Giovanni Antonio Grillo. — Trasmesso alla Signoria dal bailo Giorgio Giustiniani con lettera 20 gennaio 1626 (m. v.), n. 683. 25. — S. d. (1625, Giugno ? *). — c. 13. — Versione in volgare di lettera di Amurat IV sultano di Turchia al doge. Dice d’avere confermato e rinnovato gli antichi trattati con Venezia a richiesta della Signoria che gli inviò quale ambasciatore Simone Contarmi cav. e proc. di S. M. onde congratularsi con esso sultano per la sua assunzione al trono. Eccita alla fedele osservanza dei detti trattati ai quali si serberà egli pure fedele finché Venezia non vi deroghi. Il Contarmi, compiuta la sua missione con piena soddisfazione del sultano, rimpatria (v. n. 26). (*) L’ ultima lettera sottoscritta dal Contarmi insieme al bailo Giorgio Giustiniani è del 29 giugno, nella susseguente (12 luglio) il bailo annunzia che è partito (Senato, Dispacci Costantinopoli, filza 100). 26. — S. d. (1625, Giugno ?). — c. 14. — Versione in volgare di lettera di Gurgi Mehemet pascià, caimacan, al doge. Rammentata la missione di Simone Contarmi al sultano e la confermazione per parte di quest’ ultimo del trattato di pace (v. n. 24), dice di essere disposto a favorire in quanto può gl’ interessi di Venezia e dei suoi cittadini e a passare in buona armonia col bailo. Chiede poi che in forza del suddetto trattato siano liberati i seguenti sudditi ottomani che venendo dal Cairo a Costantinopoli su un legno (bertone) di Dechmet rais, furono da galere di Malta catturati, colla nave che poi, incontrata da galee veneziane, venne condotta a Venezia ed ivi i detti turchi obbligati già da tre anni al remo. Essi erano: Salim di Rachmet, Ibrahim di Omer, Saban di Abdia-man, Mentet di Chamad, Memet di Garip Saban di Gaidar, Abu Said di Sevari, Saban di Senup, Cara Ali di Tripoli, Assur e Selim di Achmed del Cairo. Dice che 1’ ambasciatore è partito dopo compiuta la sua missione (v. n. 25), e che il bailo è persona molto ben veduta. Presentata dal Contarmi alla Signoria.